Febbraio per me significa principalmente Sei Nazioni. Dopo un attesa lunga dieci mesi, finalmente ricomincia uno dei Tornei più appassionanti di tutti gli sport. Come finirà quest'anno? Come tutti gli anni in cui ci sono anche i Mondiali le squadre cercheranno di rimanere coperte, visto che il vero obiettivo sarà appunto il campionato mondiale che si svolgerà in autunno in Inghilterra. Di certo però non ci si potrà risparmiare troppo perché il Sei Nazioni è sempre il Sei Nazioni.
Ecco le mie previsioni... appuntamento a fine marzo per vedere se ci ho preso!
Inghilterra: tantissimi infortunati, e questo è il problema principale. Perché la squadra, visti i mondiali che giocherà in casa, pare davvero carica. Inoltre ha un gioco molto più vivace del solito logorante inglese. Favorita, nonostante gli infortuni.
Irlanda: anche i verdi hanno parecchi infortuni, ma non manca certo la qualità. Direi, visto anche che le franchigie non sembrano essere al livello dello scorso anno l'unica squadra che può impensierire davvero l'Inghilterra.
Galles: un po' sottotono. Poi i gallesi si sa, sono spesso illeggibili: possono fare il Grande Slam oppure prendere il cucchiaio di legno. Ma non prevedo un grande anno per i dragoni.
Scozia: squadra in crescita rispetto al passato. Qualche assente, specie in ruoli chiave come l'apertura. Si è rafforzata, come del resto tutti nell'anno mondiale. Possibile sorpresa.
Francia: qualità infinita ma le pressioni che mettono i club del Top 14 sui giocatori non li aiuta certo a rendere al massimo. O cambia qualcosa o potrebbero essere dolori.
Italia: fare peggio dello scorso anno sarà dura (e sarebbe davvero brutto). Inaffrontabili o quasi le prime due partite con Irlanda e Inghilterra. Se si tiene botta si potrebbe fare bene nella seconda parte del torneo...
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mercoledì 4 febbraio 2015
venerdì 28 febbraio 2014
Sul Tarvisium
Qualche giorno fa mi hanno scritto per farmi notare una mancanza di troppo in Rugbyland, quella del Tarvisium.
Mi scrivono: "Una squadra come la Tarvisium che vanta: un campionato italiano giovanile vinto (2010), oltre ad aver cresciuto e sfornato grandi campioni come i Francescato e campioni odierni come Tommaso Iannone ed Angelo Esposito, credo che meriti fuori da ogni ragionevole dubbio di essere una tappa di quel bellissimo viaggio che è Rugbyland."
Che dire, probabilmente chi mi scrive ha ragione. In Rugbyland qualcosa manca, era impossibile mettere tutto e spesso le scelte sono state determinate dal caso: perché Rugbyland non è costruito come un viaggio nel mondo della palla ovale; è un viaggio. E come in tutti i viaggi molto si riesce a vedere e qualcosa no. Ma se il viaggio è bello, ci è piaciuto, allora vorremo tornare in quel luogo per scoprire anche quello che non abbiamo visto.
Ecco. Rugbyland forse serviva proprio a questo: parlare di alcune realtà del mondo ovale italiano sperando, una volta chiuso il libro, di partire per scoprire anche tutto il resto.
PS
Una nota per chi mi ha scritto questa mail sul Tarvisium. Si firma ex rugbista. Ma tanto lo sanno tutti che non si è mai ex rugbisti!
Mi scrivono: "Una squadra come la Tarvisium che vanta: un campionato italiano giovanile vinto (2010), oltre ad aver cresciuto e sfornato grandi campioni come i Francescato e campioni odierni come Tommaso Iannone ed Angelo Esposito, credo che meriti fuori da ogni ragionevole dubbio di essere una tappa di quel bellissimo viaggio che è Rugbyland."
Che dire, probabilmente chi mi scrive ha ragione. In Rugbyland qualcosa manca, era impossibile mettere tutto e spesso le scelte sono state determinate dal caso: perché Rugbyland non è costruito come un viaggio nel mondo della palla ovale; è un viaggio. E come in tutti i viaggi molto si riesce a vedere e qualcosa no. Ma se il viaggio è bello, ci è piaciuto, allora vorremo tornare in quel luogo per scoprire anche quello che non abbiamo visto.
Ecco. Rugbyland forse serviva proprio a questo: parlare di alcune realtà del mondo ovale italiano sperando, una volta chiuso il libro, di partire per scoprire anche tutto il resto.
PS
Una nota per chi mi ha scritto questa mail sul Tarvisium. Si firma ex rugbista. Ma tanto lo sanno tutti che non si è mai ex rugbisti!
martedì 7 maggio 2013
Rugbyland challenge: quando il rugby incontra Instagram
Durante un terzo tempo particolarmente ispirato mi è venuta un'illuminazione. Perché non far continuare a voi il mio viaggio nell'Italia del rugby?
Il risultato è quello che vedete nell'immagine. In collaborazione con Instagramers Italia e grazie all'aiuto del mediano della nazionale Edoardo Gori, che sarà anche giudice delle foto insieme a me, abbiamo messo in piedi nientemeno che una challenge su Instagram.
L'obiettivo è riuscire a catturare un momento, un'immagine che racchiuda in sé lo spirito del rugby. Il bello è che una foto del genere credo si possa scattare sia dentro che fuori dal campo, e indipendentemente dal livello di gioco. Che scegliate come soggetto la finale del campionato o un'amichevole tra amatori, la sostanza non cambia: i valori sono quelli, il fango è sempre al suo posto e alla fine seguirà invariabilmente il terzo tempo.
Per tutti i dettagli sul come partecipare vi invito a visitare la pagina del challenge su Instagramers Italia. Io nel frattempo riprenderò con le presentazioni, magari usando anche le vostre immagini per riuscire a spiegare meglio perché amiamo così tanto questo gioco.
Buon divertimento con la challenge e... non dimenticate i tag! #rugbyland #rugbygram #igersitalia
martedì 16 aprile 2013
Una domenica a Viadana
“Era il 1970, e un gruppo di studenti universitari che aveva conosciuto il rugby nella città di Parma decise di fondare una squadra nel suo piccolo paese d'origine. Fu così che nacque il Viadana Rugby, coi primi allenamenti serali fra l'oratorio e la spiaggia lungo il Po."
Viadana, meno di ventimila abitanti provincia di Mantova. Adagiata sul Po, lombarda ma di profumo ancora emiliano, nel giro di qualche decennio è riuscita a raggiungere i vertici del rugby italiano ed europeo.
Oggi siamo nella Club House "Vent & Acqua" dello stadio Zaffanella a presentare Rugbyland in compagnia di Gabriele Gamberini (ai disegni) e di Giorgio Gobbo della Piccola Bottega Baltazar (alla voce e alla chitarra): durante la lavorazione del libro, parlando con Claudio, fondatore del gruppo dei tifosi dei Miclas e oggi responsabile commerciale della società, mi ero ingenuamente distratto perdendo gli agnoli in brodo della casa, e stavolta non ci posso cascare di nuovo: li ordino senza tentennamenti, dopo un assaggio di culatello niente male innaffiato col Labrusco rifementato in bottiglia come si faceva una volta, prodotto a due passi dalla stadio e caldamente consigliato dall'oste Manuel dopo un fitto conciliabolo con l'editore.
La presentazione del libro - un aperitivo con musica, proiezioni e disegno dal vivo - è stata divertente e abbiamo chiuso con un Ireland’s Call eseguito di petto, e ora ci sfamiamo in attesa del calcio d'inizio: Viadana Rugby-Cavalieri Prato, in una splendida cornice domenicale di sole.
Prima, però, chiedo la Sbrisolona con lo zabaione a parte. Che poi so che mi tocca spiegare dal vivo a Gabriele le regole del gioco, e ho bisogno di energie...
venerdì 29 marzo 2013
"Crouch, touch, set", via alle presentazioni
"Crouch, Touch, Set". Queste sono le indicazioni che dà un arbitro prima dell'ingaggio di una mischia chiusa.
Un modo per dire: via si parte.
E anche noi partiamo, con un nuovo tour di presentazioni.
Primo appuntamento stasera alle 18, alla Feltrinelli di Treviso. La prossima settimana invece sarò alla Mela di Newton di Padova, con l'accompagnamento musicale di Giorgio Gobbo, rugbista e voce della Piccola Bottega Baltazar.
E poi? Scopritelo nella nuova sezione del blog dedicata alle presentazioni, che vi consiglio di consultare assiduamente perché tante altre date sono in procinto di arrivare.
Apro anche una piccola parentesi per Yugoland. Il libro, ormai esaurito nelle librerie, è di nuovo disponibile nello store online BeccoGiallo, ma le copie a disposizione sono poche. Sapete già cosa fare...
Un modo per dire: via si parte.
E anche noi partiamo, con un nuovo tour di presentazioni.
Primo appuntamento stasera alle 18, alla Feltrinelli di Treviso. La prossima settimana invece sarò alla Mela di Newton di Padova, con l'accompagnamento musicale di Giorgio Gobbo, rugbista e voce della Piccola Bottega Baltazar.
E poi? Scopritelo nella nuova sezione del blog dedicata alle presentazioni, che vi consiglio di consultare assiduamente perché tante altre date sono in procinto di arrivare.
Apro anche una piccola parentesi per Yugoland. Il libro, ormai esaurito nelle librerie, è di nuovo disponibile nello store online BeccoGiallo, ma le copie a disposizione sono poche. Sapete già cosa fare...
venerdì 22 marzo 2013
Fra ieri, oggi e domani
Ieri ho avuto un'ormai rara esperienza giovanil-giovanilistica. Sono stato invitato a Occupy Deejay, trasmissione che va in onda su Deejay Tv, la televisione di Radio Deejay. Un'esperienza nuova e molto positiva, perché mi ha dato la possibilità di parlare di rugby in un contesto non usuale per la palla ovale, e raccontare ai ragazzi in cosa questo sport si differenzia dagli altri.
Ammetto che non sapevo bene come vestirmi, così alla fine qualcuno mi ha dato del quarantenne (come da testimonianza a lato)... ma sono cose che si possono sopportare.
Oggi invece sarò in un luogo più classico per presentare un libro: la Feltrinelli di Padova (Via San Francesco 7). La presentazione è fissata alle 18 e si concluderà con un bicchiere di prosecco. Domani invece un'altra presentazione, sempre a Padova, alle 11:30 nella mitica osteria L'Anfora di via dei Soncin. Anche in questo caso è probabile, per usare un eufemismo, che la presentazione si concluda all'insegna del prosecco...
Ah, perdo solo un minuto per un flash sullo sport balcanico (no, non mi sono scordato di Yugoland): oggi alle 18:00 per la prima volta dopo la guerra Croazia e Serbia si incontrano in un match ufficiale, in questo caso valido per le qualificazioni ai Mondiali di Brasile 2014. A quell'ora starò presentando Rugbyland alla Feltrinelli, ma appena finito andrò sicuramente a sbirciare il risultato.
Ammetto che non sapevo bene come vestirmi, così alla fine qualcuno mi ha dato del quarantenne (come da testimonianza a lato)... ma sono cose che si possono sopportare.
Oggi invece sarò in un luogo più classico per presentare un libro: la Feltrinelli di Padova (Via San Francesco 7). La presentazione è fissata alle 18 e si concluderà con un bicchiere di prosecco. Domani invece un'altra presentazione, sempre a Padova, alle 11:30 nella mitica osteria L'Anfora di via dei Soncin. Anche in questo caso è probabile, per usare un eufemismo, che la presentazione si concluda all'insegna del prosecco...
Ah, perdo solo un minuto per un flash sullo sport balcanico (no, non mi sono scordato di Yugoland): oggi alle 18:00 per la prima volta dopo la guerra Croazia e Serbia si incontrano in un match ufficiale, in questo caso valido per le qualificazioni ai Mondiali di Brasile 2014. A quell'ora starò presentando Rugbyland alla Feltrinelli, ma appena finito andrò sicuramente a sbirciare il risultato.
martedì 19 marzo 2013
Il 6 nazioni e quel peso da togliersi di dosso
Della esaltante vittoria azzurra sull'Irlanda, che ha concluso nel migliore dei modi questo 6 Nazioni in molti, ben più competenti di me, hanno già scritto. Del fatto che nel corso del torneo si siano visti degli oggettivi miglioramenti anche. Non mi soffermo quindi su questi aspetti.
Mi limito invece a due brevi considerazioni che mi sono state ispirate dall'atmosfera che ho respirato sabato allo stadio.
La prima: tanta, tanta gente. E sugli spalti si capiva benissimo che molte di queste persone si erano appena avvicinate al mondo del rugby: spesso chiedevano cosa stava succedendo, non capivano alcune decisioni arbitrali. Bene, molto bene, significa che il pubblico sta aumentando (forse qualche fischio e qualche buuuh di troppo ci sono stati, ma forse questo è fisiologico).
Seconda considerazione: per quelli che invece il rugby lo frequentano da un po', e mi ci metto in mezzo, questa partita era decisiva. Doveva essere un punto di svolta fra le onorevoli sconfitte e le giuste (talvolta anche troppo modeste) vittorie, e per fortuna è andata bene. In molti dopo la partita, più che festeggiare come contro la Francia, se ne sono andati via sereni e pacati. Come se ci fossero tolti un peso di dosso, finalmente.
La grande certezza comunque è che sia per i novizi che per i più esperti, la giornata di sabato è stata un'altra grande festa.
Mi limito invece a due brevi considerazioni che mi sono state ispirate dall'atmosfera che ho respirato sabato allo stadio.
La prima: tanta, tanta gente. E sugli spalti si capiva benissimo che molte di queste persone si erano appena avvicinate al mondo del rugby: spesso chiedevano cosa stava succedendo, non capivano alcune decisioni arbitrali. Bene, molto bene, significa che il pubblico sta aumentando (forse qualche fischio e qualche buuuh di troppo ci sono stati, ma forse questo è fisiologico).
Seconda considerazione: per quelli che invece il rugby lo frequentano da un po', e mi ci metto in mezzo, questa partita era decisiva. Doveva essere un punto di svolta fra le onorevoli sconfitte e le giuste (talvolta anche troppo modeste) vittorie, e per fortuna è andata bene. In molti dopo la partita, più che festeggiare come contro la Francia, se ne sono andati via sereni e pacati. Come se ci fossero tolti un peso di dosso, finalmente.
La grande certezza comunque è che sia per i novizi che per i più esperti, la giornata di sabato è stata un'altra grande festa.
venerdì 15 marzo 2013
giovedì 14 marzo 2013
Habemus Rugbyland, il mio viaggio nell’Italia del rugby!
Stamattina ero a Sky Sport 24 per una chiacchierata con Francesco Pierantozzi sul rugby e sul libro, che esce proprio oggi in libreria. Chiacchierata che è proseguita anche nel fuori-onda, con un piacevole scambio di vedute sul futuro del rugby italiano e sui tanti giovani che si appassionano alla palla ovale.
Uscito dagli studi milanesi di Sky per raggiungere la stazione mi sono fermato per una tappa rigeneratrice al bar. Obiettivo: sciogliere la tensione televisiva con una bella birra fresca!
Purtroppo l’accoglienza non è stata quella tipica dei terzi tempi rugbistici: alcolici vietati in diverse zone di Milano a causa della partita (di calcio) di stasera, che mi dicono essere Inter VS Tottenham. Non c’è che dire, ragazzi. Tra calcio e rugby le differenze non si fermano alla forma della palla...
Tornando per un attimo a Rugbyland, ho pensato a un piccolo regalo per i lettori nel giorno del lancio: le regole del gioco scritte da Edoardo Gori, in un comodo pdf da scaricare e tenere sempre a portata di click.
Perché se è vero che ci sono giocatori che non conoscono tutte le regole (e secondo alcuni è anche per questo che nessuno si lamenta mai con l’arbitro) è anche vero che le basi del rugby sono molto semplici - Gori le sintetizza in 10 punti - e val la pena di conoscerle per godersi meglio le partite, tipo quella di sabato contro l'Irlanda.
Si parte anche con le presentazioni: a breve le news a riguardo. Per i più pigri, il libro è disponibile anche online a un prezzo che più scontato non si può.
Uscito dagli studi milanesi di Sky per raggiungere la stazione mi sono fermato per una tappa rigeneratrice al bar. Obiettivo: sciogliere la tensione televisiva con una bella birra fresca!
Purtroppo l’accoglienza non è stata quella tipica dei terzi tempi rugbistici: alcolici vietati in diverse zone di Milano a causa della partita (di calcio) di stasera, che mi dicono essere Inter VS Tottenham. Non c’è che dire, ragazzi. Tra calcio e rugby le differenze non si fermano alla forma della palla...
Tornando per un attimo a Rugbyland, ho pensato a un piccolo regalo per i lettori nel giorno del lancio: le regole del gioco scritte da Edoardo Gori, in un comodo pdf da scaricare e tenere sempre a portata di click.
Perché se è vero che ci sono giocatori che non conoscono tutte le regole (e secondo alcuni è anche per questo che nessuno si lamenta mai con l’arbitro) è anche vero che le basi del rugby sono molto semplici - Gori le sintetizza in 10 punti - e val la pena di conoscerle per godersi meglio le partite, tipo quella di sabato contro l'Irlanda.
Si parte anche con le presentazioni: a breve le news a riguardo. Per i più pigri, il libro è disponibile anche online a un prezzo che più scontato non si può.
lunedì 11 marzo 2013
Il tallonatore
Arriviamo alla spiegazione del ruolo del tallonatore, nel nostro paragone fra miti greci e ruoli del rugby. Se, come dicevamo, il pilone sinistro è Atlante, chi potrebbe essere il tallonatore ideale?
Le principali caratteristiche del tallonatore, che indossa la maglia numero 2, devono essere queste: una buona capacità di spinta con le gambe (è pur sempre una prima linea!) e delle mani piuttosto sensibili (perché sarà lui a lanciare le touche). Chi, nell'antica Grecia, aveva queste due caratteristiche? Semplice: il Dio Pan! Con quelle nerborute gambette da capra Pana è perfetto per spingere in ruck e tallonare il pallone in mischia chiusa. E grazie alle sue mani, capaci di suonare con delizia il suo flauto, ci sono buone probabilità che possa lanciare ottime rimesse laterali.
Trovato il tallonatore, ora, per completare la prima linea, ci manca solo il pilone destro.
Le principali caratteristiche del tallonatore, che indossa la maglia numero 2, devono essere queste: una buona capacità di spinta con le gambe (è pur sempre una prima linea!) e delle mani piuttosto sensibili (perché sarà lui a lanciare le touche). Chi, nell'antica Grecia, aveva queste due caratteristiche? Semplice: il Dio Pan! Con quelle nerborute gambette da capra Pana è perfetto per spingere in ruck e tallonare il pallone in mischia chiusa. E grazie alle sue mani, capaci di suonare con delizia il suo flauto, ci sono buone probabilità che possa lanciare ottime rimesse laterali.
Trovato il tallonatore, ora, per completare la prima linea, ci manca solo il pilone destro.
venerdì 8 marzo 2013
Le Donne di Rugbyland
“Il rugby non è uno sport, è un gioco. Altrimenti io non lo farei fare ai miei figli. È un gioco di libertà. Perché correre in un prato con la palla in mano è sentirsi liberi. Avete mai provato? Liberi all’interno delle regole. E io penso che questa, alla fine, possa essere l’ambizione di tutti.”
Maria Cristina Tonna
responsabile della Nazionale italiana di rugby femminile
Se lo dice Maria Cristina - non so voi - io ci credo. E questa è la citazione che si è guadagnata la quarta di copertina di RUGBYLAND, la mia guida "spirituale" alle città del rugby, fatta come al solito di foto, disegni, fumetti (di Gabriele Gamberini, come sempre), interviste e testimonianze raccolte in tutta Italia.
Il libro è disponibile online da oggi (ed è pure scontato), mentre nelle librerie arriva il 14 marzo. Ah, la prefazione è di Claudio Bisio, giusto per completare il manipolo di asini coraggiosi che hanno spinto in questa ultima mischia, e ci sono pure le regole del gioco spiegate a tutti da Edoardo Ugo Gori.
Nel frattempo ci gustiamo la partita del 6 Nazioni contro l’Inghilterra, sulla quale prometto commenti lucidi più o meno a caldo.
Maria Cristina Tonna
responsabile della Nazionale italiana di rugby femminile
Se lo dice Maria Cristina - non so voi - io ci credo. E questa è la citazione che si è guadagnata la quarta di copertina di RUGBYLAND, la mia guida "spirituale" alle città del rugby, fatta come al solito di foto, disegni, fumetti (di Gabriele Gamberini, come sempre), interviste e testimonianze raccolte in tutta Italia.
Il libro è disponibile online da oggi (ed è pure scontato), mentre nelle librerie arriva il 14 marzo. Ah, la prefazione è di Claudio Bisio, giusto per completare il manipolo di asini coraggiosi che hanno spinto in questa ultima mischia, e ci sono pure le regole del gioco spiegate a tutti da Edoardo Ugo Gori.
Nel frattempo ci gustiamo la partita del 6 Nazioni contro l’Inghilterra, sulla quale prometto commenti lucidi più o meno a caldo.
venerdì 8 febbraio 2013
Il pilone perfetto? Atlante!
In attesa di Rugbyland, che uscirà a marzo, eccovi la spiegazione dei ruoli del rugby che vi avevo promesso. L'ho pensata in una forma un po' particolare: attraverso i miti greci!
Partiamo con il primo ruolo, numero 1, il Pilone sinistro. Chi verrà convocato?
In una squadra di rugby ideale Atlante, il titano costretto da Zeus a sostenere sulle proprie spalle la Terra, sarebbe senza dubbio un ottimo pilone. Per sostenere il mondo come fa Atlante, bisogna avere una forza enorme e un incredibile senso di sacrificio. Il pilone, che grazie alle sue spalle e alla forza del suo collo (la prima vertebra non a caso si chiama Atlante... ) è il ruolo che più necessita di queste caratteristiche perché solo chi è dotato di forza sovrumana e abnegazione può pensare di sorreggere il peso di una mischia ordinata ed essere sempre presente a far valere i propri chili nelle ruck.
Omero parla di Atlante come del "pilastro del cielo". Noi preferiamo chiamarlo il pilone del cielo. E visto che il cielo è azzurro come non ringraziare il pilone azzurro, il Barone Andrea Lo Cicero, che domani in Scozia vestirà per le centesima volta la maglia azzurra?
Partiamo con il primo ruolo, numero 1, il Pilone sinistro. Chi verrà convocato?
In una squadra di rugby ideale Atlante, il titano costretto da Zeus a sostenere sulle proprie spalle la Terra, sarebbe senza dubbio un ottimo pilone. Per sostenere il mondo come fa Atlante, bisogna avere una forza enorme e un incredibile senso di sacrificio. Il pilone, che grazie alle sue spalle e alla forza del suo collo (la prima vertebra non a caso si chiama Atlante... ) è il ruolo che più necessita di queste caratteristiche perché solo chi è dotato di forza sovrumana e abnegazione può pensare di sorreggere il peso di una mischia ordinata ed essere sempre presente a far valere i propri chili nelle ruck.
Omero parla di Atlante come del "pilastro del cielo". Noi preferiamo chiamarlo il pilone del cielo. E visto che il cielo è azzurro come non ringraziare il pilone azzurro, il Barone Andrea Lo Cicero, che domani in Scozia vestirà per le centesima volta la maglia azzurra?
lunedì 4 febbraio 2013
6 nazioni - "E i francesi che si incazzano..."
Quando al 57esimo minuto l'Olimpico è esploso per la meta di Martin Castrogiovanni che ci aveva portato al pareggio io mi sono alzato in piedi. In silenzio. Ero con tre amici. Due si sono abbracciati fra di loro, l'altro ha abbracciato me, voltando le spalle al campo. Ha urlato, travolto dall'entusiasmo, poi quando ha visto la mia faccia cupa, improvvisamente si è rattristito. È un nuovo adepto della religione ovale e spesso gli sfuggono delle regole. Così, intimorito dalla mia faccia, mi ha chiesto "Non è metà?" "No, Guido, tranquillo. È meta. È che io non ci credo."
Non è che non volevo esultare. Ma stavo cercando di stare calmo. Perché gli ultimi dieci minuti sono stati da svenimento. Per carità, Guido è rianimatore, ma era meglio rimanere coscienti e godersi quei momenti.
Infatti alla fine la gioia però è esplosa, con tutti la gente che si abbracciava, pur non conoscendosi.
Questa vittoria da respiro al rugby italiano e nelle prossime ore nuovi fan si avvicineranno probabilmente alla palla ovale. Come dare loro il benvenuto? Semplice, spiegando questo magnifico gioco. Nei prossimi giorni pubblicherò dei post per i nuovi tifosi in cui cercherò di spiegare in maniera simpatica i compiti dei diversi ruoli...
Come lo farò? Paragonandoli a degli esseri leggendari che tutti conoscono in modo da rendere più simpatico il tutto.
A presto per capire di chi parlo...
Stay tuned!
venerdì 16 novembre 2012
Un nuovo viaggio... dentro la palla ovale!
Domani l'Italia del rugby affronterà, in uno stadio Olimpico tutto esaurito, gli All Blacks, i maestri di questo sport. Uno sport ricco di valori, che ancora oggi è preso come esempio di correttezza, di lealtà, di unione.
Uno sport che può essere preso come modello educativo per i più giovani, ma non solo. Uno sport che però, a parte alcune storiche roccaforti, non è esploso in Italia come meriterebbe.
Se la Nazionale è arrivata alla ribalta delle cronache, è ancora sconosciuto invece tutto il sottobosco, tutti quei campi di provincia dove fra fango, freddo, nebbia (e tante botte) scorre la linfa vitale del rugby italiano.
Dopo Yugoland, viaggio alla scoperta dei Balcani, con BeccoGiallo ci siamo detti "Perchè non un altro viaggio, per scoprire questo affascinante sport?"
Sta così nascendo "Rugbyland, viaggio per l'Italia del rugby". Un percorso che vuole scoprire chi in passato ha reso celebre questo sport e chi oggi ne difende i valori.
Rugbyland, esattamente come Yugoland, è un viaggio, attraverso le città e i paesi dove questo sport è cresciuto, condito con interviste dei protagonisti del rugby italiano e gli immancabili fumetti di Gabriele Gamberini.
Vista l'occasione vi sveliamo le prime tavole in anteprima. Vi siete mai chiesti come il rugby sia arrivato in Italia?
Uno sport che può essere preso come modello educativo per i più giovani, ma non solo. Uno sport che però, a parte alcune storiche roccaforti, non è esploso in Italia come meriterebbe.
Se la Nazionale è arrivata alla ribalta delle cronache, è ancora sconosciuto invece tutto il sottobosco, tutti quei campi di provincia dove fra fango, freddo, nebbia (e tante botte) scorre la linfa vitale del rugby italiano.
Dopo Yugoland, viaggio alla scoperta dei Balcani, con BeccoGiallo ci siamo detti "Perchè non un altro viaggio, per scoprire questo affascinante sport?"
Sta così nascendo "Rugbyland, viaggio per l'Italia del rugby". Un percorso che vuole scoprire chi in passato ha reso celebre questo sport e chi oggi ne difende i valori.
Rugbyland, esattamente come Yugoland, è un viaggio, attraverso le città e i paesi dove questo sport è cresciuto, condito con interviste dei protagonisti del rugby italiano e gli immancabili fumetti di Gabriele Gamberini.
Vista l'occasione vi sveliamo le prime tavole in anteprima. Vi siete mai chiesti come il rugby sia arrivato in Italia?
giovedì 15 novembre 2012
Non lascio e raddoppio
Ultimamente ho aggiornato il blog un po' meno del solito. In parte è colpa delle non poche presentazioni di Yugoland, che mi hanno portato un po' ovunque in giro per l'Italia (prossimo appuntamento: mercoledì 21, a Lodi, con Luka Zanoni, direttore dell'Osservatorio Balcani Caucaso). La cosa è bella, naturalmente, perché significa che il libro è piaciuto. E poco male per il blog: per fortuna ci sono diverse persone sul web italiano che pubblicano con competenza notizie relative ai Balcani.
Però mi dispiaceva concludere l'esperienza del blog, e quindi, anche se qui si continuerà a parlare di ex Jugoslavia e vi aggiornerò sulle mie future peregrinazioni balcaniche, Yugoland diventerà un blog un più personale, che tratterà argomenti diversi.
Fra le varie cose - visto il successo di Yugoland! - lo userò come foglio degli appunti a cielo aperto per il mio nuovo lavoro, che ormai sto portando avanti con BeccoGiallo da un paio di mesi. Speriamo porti fortuna.
P.S. Di cosa si tratta? Pazientate ancora qualche ora e lo scoprirete. Intanto, volete tirare a indovinare?
Però mi dispiaceva concludere l'esperienza del blog, e quindi, anche se qui si continuerà a parlare di ex Jugoslavia e vi aggiornerò sulle mie future peregrinazioni balcaniche, Yugoland diventerà un blog un più personale, che tratterà argomenti diversi.
Fra le varie cose - visto il successo di Yugoland! - lo userò come foglio degli appunti a cielo aperto per il mio nuovo lavoro, che ormai sto portando avanti con BeccoGiallo da un paio di mesi. Speriamo porti fortuna.
P.S. Di cosa si tratta? Pazientate ancora qualche ora e lo scoprirete. Intanto, volete tirare a indovinare?
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