giovedì 9 aprile 2015

Ecoland, male che vada faccio il contadino

"Male che vada faccio il contadino..." Quante volte avete sentito dire questa frase? E quante volte invece l'avete detta? Sì, è una frase che tutti abbiamo detto almeno una volta, magari per provare a esorcizzare i rischi di una nuova avventura lavorativa. L'idea di diventare contadini era però vista come un piano B, come il tentativo di salvarsi da qualcosa di andato male.


Eppure negli ultimi anni mi sono accorto che il senso profondo di quella frase stava cambiando. Non era più uno slogan, ma c'era un esercito di giovani (non solo dal punto di vista anagrafico) che stava davvero facendo quella scelta. Non si limitava a dirlo, ma lo faceva. Magari chi in maniera più radicale e chi in maniera più soft, conquistandosi un piccolo orto urbano, ma il ritorno alla terra stava cessando di essere una scelta di necessità, per diventare una scelta di volontà.
E così mi sono messo nuovamente in viaggio per andare a scoprire le realtà che fanno del ritorno alla terra la loro essenza e del vivere in simbiosi con l'ambiente circostante un  obbligo quotidiano dal quale non ci si può esentare.


Ma Ecoland non è solo un libro dove si raccontano esperienze di queste tipo (alcune davvero coraggiose e innovative) ma attraverso una serie di incontri e interviste è un tentativo di ragionare sui limiti delle risorse e dei paradossi del mondo finanziario, che attraverso un sottile filo sono fra loro legati.
Il tutto ovviamente corredato dai disegni di Gabriele Gamberini e da numerose foto sparse per i dieci capitoli. Inoltre al termine di ogni capitolo, due tavole di fumetti sono dedicate alla reinterpretazione in chiave ecologista di Uccellacci e Uccellini il film di Pasolini con protagonisti Totò e Ninetto Davoli.


Al termine del libro è presente un'intervista approfondimento al giornalista di Altraeconomia Luca Martinelli. Mentre il via alle danze è dato da Erriquez della Bandabardò che mi ha donato una bellissima e onirica introduzione. 

mercoledì 4 marzo 2015

Si torna a casa

Dopo le due trasferte oltremanica finalmente l'Italia del Rugby torna a casa. Come ampiamente prevedibile le prima due partite contro Irlanda e Inghilterra si sono dimostrate durissime, anche se, specie nella seconda, gli Azzurri hanno fatto vedere qualcosa di buono (oltre ovviamente anche a tante lacune). Qualcosa di buono che però poi è sbocciato nella vittoria al cardiopalma, ma non per questo meno meravigliosa, contro la Scozia.
Ora, finalmente si torna all'Olimpico per le ultime due partite, dove 70.000 persone più 15 sosterranno i ragazzi per arrivare così a 3 vittorie, un traguardo mai raggiunto nella nostra storia all'interno del Torneo delle 6 Nazioni. 70.000 più 15 si diceva. I 15 sono i vincitori Il concorso Facebook “Canta l’Inno con la Nazionale” promosso dal Gruppo Cariparma Crédit Agricole, sponsor ufficiale della nazionale di cui avevo parlato qui. Insomma 30 persone potranno vivere l'emozione di cantare l'inno davanti a un Olimpico che stracolmo. Sarà certamente una grande brivido: l'obiettivo, sia per chi sta in campo e sia tribuna sarà quello di cantare l'inno così forte tanto da far capire ai nostri avversari, che ci piacerebbe tanto, ma proprio tanto, concludere il torneo con altre due vittorie..


martedì 10 febbraio 2015

È l'inno che conta!

L'Italia da quando è entrata nel 6 Nazioni ha giocato 75 partite. Di queste solo 11 sono state vittorie. Certo i numeri sono abbastanza netti, ma se guardiamo le partite in casa, la proporzione cambia molto, visto che delle 11 vittorie, solo una è avvenuta lontano dalle mura amiche (nel 2007, in Scozia, quando segnammo 3 mete nei primi 7 minuti). Insomma, il fattore campo può essere determinante. 
Negli anni infatti la tifoseria azzurra è costantemente aumentata di numero: mentre i primi anni per riempire il Flaminio bisognava sperare nel massiccio arrivo di tifosi stranieri, oggi lo stadio Olimpico è sempre pieno di sostenitori dell'Italrugby. E questo, in un Torneo come il 6 Nazioni, può essere un aiuto non da poco.

Per dare la possibilità a tutti di sostenere ancora più da vicino il nostro XV la Cariparma, sponsor ufficiale della nostra nazionale ha lanciato "Canta l'Inno con la Nazionale" una simpatica iniziativa che si svolgerà il 15 e il 21 marzo in occasione dei match casalinghi contro Francia e Galles, quando, prima del calcio d'inizio quindici fortunati potranno cantare Fratelli d'Italia in campo a fianco della Nazionale. 

Partecipare al concorso che si è aperto ufficialmente il 2 febbraio, è molto semplice: è sufficiente essere fan della pagina Rugby Cariparma Crédit Agricole e accedere alla app creata appositamente per il contest. Una volta compilato il form di registrazione, l’utente deve creare la propria squadra virtuale di rugby, invitando 14 amici. Tra tutti i team così creati, a estrazione, verranno selezionati i 30 fortunati che saranno ospiti alle partite degli Azzurri contro Francia o Galles e che avranno l’onore di intonare l’Inno con la Nazionale.
Nella speranza che quelle 15 voci in più siano un supporto decisivo per i nostri ragazzi. 


mercoledì 4 febbraio 2015

Finalmente un nuovo Sei nazioni

Febbraio per me significa principalmente Sei Nazioni. Dopo un attesa lunga dieci mesi, finalmente ricomincia uno dei Tornei più appassionanti di tutti gli sport. Come finirà quest'anno? Come tutti gli anni in cui ci sono anche i Mondiali le squadre cercheranno di rimanere coperte, visto che il vero obiettivo sarà appunto il campionato mondiale che si svolgerà in autunno in Inghilterra. Di certo però non ci si potrà risparmiare troppo perché il Sei Nazioni è sempre il Sei Nazioni.
Ecco le mie previsioni... appuntamento a fine marzo per vedere se ci ho preso!
Inghilterra: tantissimi infortunati, e questo è il problema principale. Perché la squadra, visti i mondiali che giocherà in casa, pare davvero carica. Inoltre ha un gioco molto più vivace del solito logorante inglese. Favorita, nonostante gli infortuni.
Irlanda: anche i verdi hanno parecchi infortuni, ma non manca certo la qualità. Direi, visto anche che le franchigie non sembrano essere al livello dello scorso anno l'unica squadra che può impensierire davvero l'Inghilterra.
Galles: un po' sottotono. Poi i gallesi si sa, sono spesso illeggibili: possono fare il Grande Slam oppure prendere il cucchiaio di legno. Ma non prevedo un grande anno per i dragoni.
Scozia: squadra in crescita rispetto al passato. Qualche assente, specie in ruoli chiave come l'apertura. Si è rafforzata, come del resto tutti nell'anno mondiale. Possibile sorpresa.
Francia: qualità infinita ma le pressioni che mettono i club del Top 14 sui giocatori non li aiuta certo a rendere al massimo. O cambia qualcosa o potrebbero essere dolori.
Italia: fare peggio dello scorso anno sarà dura (e sarebbe davvero brutto). Inaffrontabili o quasi le prime due partite con Irlanda e Inghilterra. Se si tiene botta si potrebbe fare bene nella seconda parte del torneo...