tag:blogger.com,1999:blog-87248313570527347502024-03-13T15:10:28.682-07:00Rugbyland, viaggio nell'Italia del RugbyDai miei viaggi nell'ex-Jugoslavia ai campetti di periferia (e non solo) del rugby italiano.Andrea Ragonahttp://www.blogger.com/profile/16775835097020923918noreply@blogger.comBlogger57125tag:blogger.com,1999:blog-8724831357052734750.post-5727671207428947582015-04-09T07:56:00.001-07:002015-04-09T07:56:24.729-07:00Ecoland, male che vada faccio il contadino<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
"Male che vada faccio il contadino..." Quante volte avete sentito dire questa frase? E quante volte invece l'avete detta? Sì, è una frase che tutti abbiamo detto almeno una volta, magari per provare a esorcizzare i rischi di una nuova avventura lavorativa. L'idea di diventare contadini era però vista come un piano B, come il tentativo di salvarsi da qualcosa di andato male.<br />
<br /><br />
<a href="http://2.bp.blogspot.com/-oMLL9uyoJ6I/VSaPzbPaJqI/AAAAAAAAARc/8ok5fkAZzDo/s1600/1891406_909186139138655_3419704711354599815_o.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="http://2.bp.blogspot.com/-oMLL9uyoJ6I/VSaPzbPaJqI/AAAAAAAAARc/8ok5fkAZzDo/s1600/1891406_909186139138655_3419704711354599815_o.jpg" height="320" width="233" /></a>Eppure negli ultimi anni mi sono accorto che il senso profondo di quella frase stava cambiando. Non era più uno slogan, ma c'era un esercito di giovani (non solo dal punto di vista anagrafico) che stava davvero facendo quella scelta. Non si limitava a dirlo, ma lo faceva. Magari chi in maniera più radicale e chi in maniera più soft, conquistandosi un piccolo orto urbano, ma il ritorno alla terra stava cessando di essere una <i>scelta di necessità</i>, per diventare una <i>scelta di volontà</i>.<br />
E così mi sono messo nuovamente in viaggio per andare a scoprire le realtà che fanno del ritorno alla terra la loro essenza e del vivere in simbiosi con l'ambiente circostante un obbligo quotidiano dal quale non ci si può esentare.<br />
<br /><br />
Ma Ecoland non è solo un libro dove si raccontano esperienze di queste tipo (alcune davvero coraggiose e innovative) ma attraverso una serie di incontri e interviste è un tentativo di ragionare sui limiti delle risorse e dei paradossi del mondo finanziario, che attraverso un sottile filo sono fra loro legati.<br />
Il tutto ovviamente corredato dai disegni di Gabriele Gamberini e da numerose foto sparse per i dieci capitoli. Inoltre al termine di ogni capitolo, due tavole di fumetti sono dedicate alla reinterpretazione in chiave ecologista di Uccellacci e Uccellini il film di Pasolini con protagonisti Totò e Ninetto Davoli.<br />
<br /><br />
Al termine del libro è presente un'intervista approfondimento al giornalista di Altraeconomia Luca Martinelli. Mentre il via alle danze è dato da Erriquez della Bandabardò che mi ha donato una bellissima e onirica introduzione. </div>
Andrea Ragonahttp://www.blogger.com/profile/11016277834044215605noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8724831357052734750.post-66416209583604632402015-03-04T05:26:00.005-08:002015-03-04T05:27:53.877-08:00Si torna a casa<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
Dopo le due trasferte oltremanica finalmente l'Italia del Rugby
torna a casa. Come ampiamente prevedibile le prima due partite
contro Irlanda e Inghilterra si sono dimostrate durissime, anche
se, specie nella seconda, gli Azzurri hanno fatto vedere qualcosa di
buono (oltre ovviamente anche a tante lacune). Qualcosa di buono
che però poi è sbocciato nella vittoria al cardiopalma, ma non per
questo meno meravigliosa, contro la Scozia.<br />
Ora, finalmente si torna all'Olimpico per le ultime due partite,
dove 70.000 persone più 15 sosterranno i ragazzi per arrivare così
a 3 vittorie, un traguardo mai raggiunto nella nostra storia
all'interno del Torneo delle 6 Nazioni. 70.000 più 15 si diceva. I
15 sono i vincitori Il concorso Facebook “Canta
l’Inno con la Nazionale” promosso dal Gruppo Cariparma
Crédit Agricole, sponsor ufficiale della nazionale di cui avevo
parlato <a href="http://yugoland.blogspot.it/2015/02/e-linno-che-conta.html">qui</a>. Insomma
30 persone potranno vivere l'emozione di cantare l'inno davanti a un
Olimpico che stracolmo. Sarà certamente una grande brivido:
l'obiettivo, sia per chi sta in campo e sia tribuna sarà quello di
cantare l'inno così forte tanto da far capire ai nostri avversari,
che ci piacerebbe tanto, ma proprio tanto, concludere il torneo con
altre due vittorie..<br />
<div style="text-align: left;">
</div>
<br /><br />
</div>
Andrea Ragonahttp://www.blogger.com/profile/11016277834044215605noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-8724831357052734750.post-53544753161857461442015-02-10T09:36:00.000-08:002015-02-10T09:36:36.863-08:00È l'inno che conta!<div style="text-align: justify;">
L'Italia da quando è entrata nel 6 Nazioni ha giocato 75 partite. Di queste solo 11 sono state vittorie. Certo i numeri sono abbastanza netti, ma se guardiamo le partite in casa, la proporzione cambia molto, visto che delle 11 vittorie, solo una è avvenuta lontano dalle mura amiche (<a href="https://www.youtube.com/watch?v=yTP-YOPwmWg&noredirect=1" target="_blank">nel 2007, in Scozia, quando segnammo 3 mete nei primi 7 minuti</a>). Insomma, il fattore campo può essere determinante. </div>
<div style="text-align: justify;">
Negli anni infatti la tifoseria azzurra è costantemente aumentata di numero: mentre i primi anni per riempire il Flaminio bisognava sperare nel massiccio arrivo di tifosi stranieri, oggi lo stadio Olimpico è sempre pieno di sostenitori dell'Italrugby. E questo, in un Torneo come il 6 Nazioni, può essere un aiuto non da poco.</div>
<a href="http://3.bp.blogspot.com/-m6Wq3WHQvTg/VNo-ktJooAI/AAAAAAAAAFo/SHvDrlJo15M/s1600/app_1.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em; text-align: justify;"><img border="0" src="http://3.bp.blogspot.com/-m6Wq3WHQvTg/VNo-ktJooAI/AAAAAAAAAFo/SHvDrlJo15M/s1600/app_1.jpg" height="320" width="276" /></a><br />
<div style="text-align: justify;">
Per dare la possibilità a tutti di sostenere ancora più da vicino il nostro XV la Cariparma, sponsor ufficiale della nostra nazionale ha lanciato "Canta l'Inno con la Nazionale" una simpatica iniziativa che si svolgerà il 15 e il 21 marzo in occasione dei match casalinghi contro Francia e Galles, quando, prima del calcio d'inizio quindici fortunati potranno cantare Fratelli d'Italia in campo a fianco della Nazionale. </div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Partecipare al concorso che si è aperto ufficialmente il 2 febbraio, è molto semplice: è sufficiente essere fan della pagina <a href="https://www.facebook.com/RugbyCariparmaCA?fref=ts" target="_blank">Rugby Cariparma Crédit Agricole </a>e accedere alla app creata appositamente per il contest. Una volta compilato il form di registrazione, l’utente deve creare la propria squadra virtuale di rugby, invitando 14 amici. Tra tutti i team così creati, a estrazione, verranno selezionati i 30 fortunati che saranno ospiti alle partite degli Azzurri contro Francia o Galles e che avranno l’onore di intonare l’Inno con la Nazionale.</div>
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Nella speranza che quelle 15 voci in più siano un supporto decisivo per i nostri ragazzi. </div>
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<br /></div>
<br />Andrea Ragonahttp://www.blogger.com/profile/16775835097020923918noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8724831357052734750.post-85074422293184329532015-02-04T10:48:00.000-08:002015-02-04T10:48:08.753-08:00Finalmente un nuovo Sei nazioniFebbraio per me significa principalmente Sei Nazioni. Dopo un attesa lunga dieci mesi, finalmente ricomincia uno dei Tornei più appassionanti di tutti gli sport. Come finirà quest'anno? Come tutti gli anni in cui ci sono anche i Mondiali le squadre cercheranno di rimanere coperte, visto che il vero obiettivo sarà appunto il campionato mondiale che si svolgerà in autunno in Inghilterra. Di certo però non ci si potrà risparmiare troppo perché il Sei Nazioni è sempre il Sei Nazioni.<br />
Ecco le mie previsioni... appuntamento a fine marzo per vedere se ci ho preso!<br />
<b>Inghilterra</b>: tantissimi infortunati, e questo è il problema principale. Perché la squadra, visti i mondiali che giocherà in casa, pare davvero carica. Inoltre ha un gioco molto più vivace del solito logorante inglese. Favorita, nonostante gli infortuni.<br />
<b>Irlanda</b>: anche i verdi hanno parecchi infortuni, ma non manca certo la qualità. Direi, visto anche che le franchigie non sembrano essere al livello dello scorso anno l'unica squadra che può impensierire davvero l'Inghilterra.<br />
<b>Galles</b>: un po' sottotono. Poi i gallesi si sa, sono spesso illeggibili: possono fare il Grande Slam oppure prendere il cucchiaio di legno. Ma non prevedo un grande anno per i dragoni.<br />
<b>Scozia</b>: squadra in crescita rispetto al passato. Qualche assente, specie in ruoli chiave come l'apertura. Si è rafforzata, come del resto tutti nell'anno mondiale. Possibile sorpresa.<br />
<b>Francia</b>: qualità infinita ma le pressioni che mettono i club del Top 14 sui giocatori non li aiuta certo a rendere al massimo. O cambia qualcosa o potrebbero essere dolori.<br />
<b>Italia</b>: fare peggio dello scorso anno sarà dura (e sarebbe davvero brutto). Inaffrontabili o quasi le prime due partite con Irlanda e Inghilterra. Se si tiene botta si potrebbe fare bene nella seconda parte del torneo...Andrea Ragonahttp://www.blogger.com/profile/16775835097020923918noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8724831357052734750.post-32933177508710026432014-02-28T01:47:00.001-08:002014-02-28T09:06:19.144-08:00Sul Tarvisium<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://3.bp.blogspot.com/-KnNx8Jy8RIQ/UxBZt5cKBoI/AAAAAAAAAFE/qZYXLHbeykw/s1600/tarvisium_under_18.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://3.bp.blogspot.com/-KnNx8Jy8RIQ/UxBZt5cKBoI/AAAAAAAAAFE/qZYXLHbeykw/s1600/tarvisium_under_18.JPG" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://3.bp.blogspot.com/-bIWjMvTWrS8/UW1mm8mF1YI/AAAAAAAAADw/-37IvtRJEaQ/s1600/viada+post.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><br /></a></div>
Qualche giorno fa mi hanno scritto per farmi notare una mancanza di troppo in <i><a href="http://www.beccogiallo.org/shop/93-rugbyland-viaggio-nell-italia-del-rugby.html" target="_blank">Rugbyland</a></i>, quella del <b>Tarvisium</b>.<br />
Mi scrivono: "<i>Una squadra come la Tarvisium che vanta: un campionato italiano giovanile vinto (2010), oltre ad aver cresciuto e sfornato grandi campioni come i <b>Francescato</b> e campioni odierni come <b>Tommaso Iannone ed Angelo Esposito</b>, credo che meriti fuori da ogni ragionevole dubbio di essere una tappa di quel bellissimo viaggio che è Rugbyland</i>."<br />
<br />
Che dire, probabilmente chi mi scrive ha ragione. In <i>Rugbyland</i> qualcosa manca, era impossibile mettere tutto e spesso le scelte sono state determinate dal caso: perché <i>Rugbyland</i> non è costruito come un viaggio nel mondo della palla ovale; è un viaggio. E come in tutti i viaggi molto si riesce a vedere e qualcosa no. Ma se il viaggio è bello, ci è piaciuto, allora vorremo tornare in quel luogo per scoprire anche quello che non abbiamo visto.<br />
Ecco. <i>Rugbyland</i> forse serviva proprio a questo: parlare di alcune realtà del mondo ovale italiano sperando, una volta chiuso il libro, di partire per scoprire anche tutto il resto.<br />
<br />
PS<br />
Una nota per chi mi ha scritto questa mail sul Tarvisium. Si firma ex rugbista. Ma tanto lo sanno tutti che <b>non si è mai ex rugbisti</b>!<br />
<i><br /></i>Andrea Ragonahttp://www.blogger.com/profile/16775835097020923918noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8724831357052734750.post-7952960112632503052013-08-02T07:21:00.000-07:002013-08-02T07:37:08.936-07:00Rugbyland challenge: i vincitori del contest su InstagramCe l'abbiamo fatta, il <a href="http://instagramersitalia.it/contest/instagram-incontra-il-rugby-con-rugbyland/" target="_blank">Rugbyland challenge</a> lanciato qualche tempo fa da queste pagine grazie agli amici di <b>Instagramers Italia</b> arriva al momento più atteso, <b>la premiazione dei vincitori</b>, ideale terzo tempo dopo una partita che speriamo abbia fatto divertire tutti.<br />
Di sicuro ci siamo divertiti io e il mediano della nazionale <b>Edoardo Gori</b> nel momento di scegliere chi premiare e perché. Spazio dunque alle foto che, secondo noi, meglio hanno saputo catturare lo spirito del rugby:<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://statigr.am/p/451295786200528854_186901852" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://1.bp.blogspot.com/-f5R1iJzNpXI/Ufu4wOQCRTI/AAAAAAAAAEc/uYsn01CKjcI/s1600/contest1.jpg" /></a></div><br>
Una foto che racconta di un bambino che corre con una palla in mano rappresenta perfettamente la frase di Maria Cristina Tonna riportata nella quarta di copertina di <a href="http://www.beccogiallo.org/shop/93-rugbyland-viaggio-nell-italia-del-rugby.html" target="_blank">Rugbyland</a>. E riesce anche ad assomigliare clamorosamente all'header del blog... niente male, <a href="http://instagram.com/ilgekoblu" target="_blank">ilgekoblu</a>! La tua foto si è aggiudicata una delle copie del libro firmate dai giocatori della nazionale.</span><br /><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://statigr.am/p/433861269369034268_27570676" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://3.bp.blogspot.com/-db4axjCGHrw/Ufu4wtGaexI/AAAAAAAAAEo/j7NayUUgcII/s1600/contest2.jpg" /></a></div><br />
Altro giro, altra copia autografata. Questa volta se la aggiudica <a href="http://instagram.com/petredu" target="_blank">petredu</a>, proponendo uno scatto che rappresenta il momento più importante di una partita di rugby... il terzo tempo. L'unica parte della partita in cui un giocatore dei Torelli Sudati se la potrebbe giocare con uno della nazionale, e scusate se è poco.</div>
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://statigr.am/p/451295786200528854_186901852" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://3.bp.blogspot.com/-SQiwQUklZME/Ufu4weXt9OI/AAAAAAAAAEg/8pXtlGm2ls0/s1600/contest3.jpg" /></a></div><br>
Ultimo ma non meno importante arriva il vero elemento costitutivo del rugby: il fango. E solo un giocatore di rugby sa quanto fango ha mangiato nella sua vita... </span><a href="http://instagram.com/elisabettami" target="_blank">elisabettami</a> ce l'ha ricordato e quindi si merita l'ultima copia di Rugbyland autografata dai giocatori della nazionale.</span></div>
<br /></div>
Adesso mi concedo un po' di vacanze (esatto, un altro po'), ma al mio ritorno prometto grosse novità, e magari qualche altra presentazione in giro per l'Italia del rugby. Buone vacanze anche a voi, e grazie a tutti i partecipanti al contest!</div>
Andrea Ragonahttp://www.blogger.com/profile/16775835097020923918noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-8724831357052734750.post-68117387107926616172013-05-07T06:27:00.002-07:002013-05-07T06:28:13.877-07:00Rugbyland challenge: quando il rugby incontra Instagram<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://4.bp.blogspot.com/-8JbNetr4YCM/UYkAkcTJ_nI/AAAAAAAAAEE/1OIYqo9pnR0/s1600/rugbychallenge.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://4.bp.blogspot.com/-8JbNetr4YCM/UYkAkcTJ_nI/AAAAAAAAAEE/1OIYqo9pnR0/s1600/rugbychallenge.jpg" /></a></div>
<br />
Durante un terzo tempo particolarmente ispirato mi è venuta un'illuminazione. Perché non <b>far continuare a voi il mio viaggio</b> nell'Italia del rugby?<br />
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Il risultato è quello che vedete nell'immagine. In collaborazione con <a href="http://instagramersitalia.it/" target="_blank">Instagramers Italia</a> e grazie all'aiuto del mediano della nazionale <b>Edoardo Gori</b>, che sarà anche giudice delle foto insieme a me, abbiamo messo in piedi nientemeno che una <b>challenge su Instagram</b>.<br />
<br />
L'obiettivo è riuscire a catturare <b>un momento, un'immagine che racchiuda in sé lo spirito del rugby</b>. Il bello è che una foto del genere credo si possa scattare sia dentro che fuori dal campo, e indipendentemente dal livello di gioco. Che scegliate come soggetto <b>la finale del campionato o un'amichevole tra amatori</b>, la sostanza non cambia: i valori sono quelli, il fango è sempre al suo posto e alla fine seguirà invariabilmente il <b>terzo tempo</b>.<br />
<br />
Per tutti i dettagli sul come partecipare vi invito a visitare <a href="http://instagramersitalia.it/contest/instagram-incontra-il-rugby-con-rugbyland/" target="_blank">la pagina del challenge su Instagramers Italia</a>. Io nel frattempo riprenderò con le <a href="http://yugoland.blogspot.it/p/presentazioni.html" target="_blank">presentazioni</a>, magari usando anche le vostre immagini per riuscire a spiegare meglio perché amiamo così tanto questo gioco.<br />
<br />
Buon divertimento con la challenge e... non dimenticate i tag! <b>#rugbyland #rugbygram #igersitalia</b>Andrea Ragonahttp://www.blogger.com/profile/16775835097020923918noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8724831357052734750.post-13503056487644705022013-04-16T07:57:00.000-07:002013-04-16T07:58:09.853-07:00Una domenica a Viadana<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://3.bp.blogspot.com/-bIWjMvTWrS8/UW1mm8mF1YI/AAAAAAAAADw/-37IvtRJEaQ/s1600/viada+post.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="250" src="http://3.bp.blogspot.com/-bIWjMvTWrS8/UW1mm8mF1YI/AAAAAAAAADw/-37IvtRJEaQ/s400/viada+post.jpg" width="400" /></a></div>
<i><br /></i>
<i>“Era il 1970, e un gruppo di studenti universitari che aveva conosciuto il rugby nella città di Parma decise di fondare una squadra nel suo piccolo paese d'origine. Fu così che nacque il Viadana Rugby, coi primi allenamenti serali fra l'oratorio e la spiaggia lungo il Po."</i><br />
<br />
<b>Viadana</b>, meno di ventimila abitanti provincia di Mantova. Adagiata sul Po, lombarda ma di profumo ancora emiliano, nel giro di qualche decennio è riuscita a raggiungere <b>i vertici del rugby italiano ed europeo</b>.<br />
<br />
Oggi siamo nella <b>Club House "Vent & Acqua"</b> dello stadio Zaffanella a presentare <a href="http://www.beccogiallo.org/shop/93-rugbyland-viaggio-nell-italia-del-rugby.html" target="_blank">Rugbyland</a> in compagnia di Gabriele Gamberini (ai disegni) e di Giorgio Gobbo della <a href="http://www.piccolabottegabaltazar.it/" target="_blank">Piccola Bottega Baltazar</a> (alla voce e alla chitarra): durante la lavorazione del libro, parlando con Claudio, fondatore del gruppo dei <b>tifosi dei Miclas</b> e oggi responsabile commerciale della società, mi ero ingenuamente distratto perdendo gli <b>agnoli in brodo</b> della casa, e stavolta non ci posso cascare di nuovo: li ordino senza tentennamenti, dopo un assaggio di culatello niente male innaffiato col <b>Labrusco rifementato in bottiglia</b> come si faceva una volta, prodotto a due passi dalla stadio e caldamente consigliato dall'oste Manuel dopo un fitto conciliabolo con l'editore.<br />
<br />
La presentazione del libro - <b>un aperitivo con musica, proiezioni e disegno dal vivo</b> - è stata divertente e abbiamo chiuso con un <b>Ireland’s Call</b> eseguito di petto, e ora ci sfamiamo in attesa del calcio d'inizio: <b>Viadana Rugby-Cavalieri Prato</b>, in una splendida cornice domenicale di sole.<br />
<br />
Prima, però, chiedo la <b>Sbrisolona</b> con lo zabaione a parte. Che poi so che mi tocca spiegare dal vivo a Gabriele le regole del gioco, e ho bisogno di energie...Andrea Ragonahttp://www.blogger.com/profile/16775835097020923918noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8724831357052734750.post-61012807212511277382013-04-12T09:00:00.002-07:002013-04-12T09:00:31.736-07:00Una serata al Portico<div>
<i style="text-align: center;">di Gabriele Gamberini</i><br />
<br />
Dopo due libri e parecchie presentazioni insieme finalmente Andrea concede anche a me un po’ di spazio nel suo blog!</div>
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L’occasione me la dà il bell’incontro di mercoledì sera al <a href="http://www.il-portico.it/" target="_blank">Portico di Dolo</a> (VE), in cui abbiamo parlato naturalmente di Rugbyland. Forse sembra troppo facile in questi casi dire che è andato tutto bene e che l’atmosfera che si respirava in questo <b>piccolo ma tenace pezzetto di Veneto</b> è stata una ventata d’aria fresca, ma in questo caso è andata proprio così, e me ne sono accorto per due motivi.<br />
<br />
Il primo è la quantità di copie del libro acquistate dopo la presentazione, e di conseguenza la quantità di <b>disegni e dediche</b> fatte, naturalmente con grande piacere. Segno che probabilmente siamo riusciti a lasciare qualcosa ai presenti, a convincerli a sfogliare il libro anche nel caso non fossero appassionati del gioco... un po' come me, che nei primi schizzi disegnavo <b>Andrea con in mano un pallone da football americano</b>! Tutta colpa della videocassetta di <b>Lo chiamavano Bulldozer</b> con Bud Spencer...<br />
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Il secondo indicatore positivo è stato il livello relativamente basso della mia sudorazione e dei crampi allo stomaco. Parlare davanti a una platea di solito mi mette <b>terribilmente in crisi</b>, ma in questo caso l’atmosfera informale e piacevole della serata mi ha messo subito a mio agio. Ho conosciuto persone simpatiche e piene di buona volontà, che stanno realizzando iniziative lodevoli con ottimi risultati insieme a persone con <b>disturbi psichici</b> di varia natura. Un po' come accade con la <a href="http://www.stellarossarugby.com/mudstar/" target="_blank">Mud Red Star di Milano</a>, esperienza che prova a valorizzare il <b>valore sociale e terapeutico del gioco del rugby</b> che Andrea ha voluto raccontare nel libro e che io ho provato a disegnare.<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://4.bp.blogspot.com/-0nuunvGZ5Zg/UWgr_NGdS6I/AAAAAAAAADk/hnE9WjGPJYE/s1600/fumetto-milano-tavola1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="Mud Red Star Rugby di Milano a fumetti in Rugbyland - tavola 1" border="0" height="320" src="http://4.bp.blogspot.com/-0nuunvGZ5Zg/UWgr_NGdS6I/AAAAAAAAADk/hnE9WjGPJYE/s320/fumetto-milano-tavola1.jpg" title="" width="232" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://3.bp.blogspot.com/-cfadi-XZtH0/UWgr-Gp25TI/AAAAAAAAADg/tpPsTonqJm0/s1600/fumetto-milano-tavola2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="Mud Red Star Rugby di Milano a fumetti in Rugbyland - tavola 2" border="0" height="320" src="http://3.bp.blogspot.com/-cfadi-XZtH0/UWgr-Gp25TI/AAAAAAAAADg/tpPsTonqJm0/s320/fumetto-milano-tavola2.jpg" title="" width="232" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
Una cosa in particolare che ho notato, da ognuno di loro, è stata che nonostante il momento di difficoltà che anche loro stanno attraversando, in questi ragazzi (e non) l’atteggiamento predominante non è quello della critica, del rifiuto, del pessimismo più arrendevole. Ho trovato al contrario <b>tanto entusiasmo e sanissimo ottimismo</b>. Un atteggiamento molto in controtendenza, che spero proprio possa essere contagioso. Un po' come lo è stato per me, <b>neofita della palla ovale</b>.</div>
Andrea Ragonahttp://www.blogger.com/profile/16775835097020923918noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8724831357052734750.post-24326701876916753822013-04-04T09:12:00.001-07:002013-04-04T09:19:53.504-07:00Ruoli del rugby e miti greci: Ercole, il pilone destro<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://2.bp.blogspot.com/-4Fq4OtfgW74/UV2lTNeUwhI/AAAAAAAAGGw/2lCnHNz2whw/s1600/ercole.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="http://2.bp.blogspot.com/-4Fq4OtfgW74/UV2lTNeUwhI/AAAAAAAAGGw/2lCnHNz2whw/s320/ercole.jpg" width="171" /></a></div>
Continuiamo il nostro <b>parallelo tra i ruoli del rugby e i miti greci</b>. Dopo aver schierato Atlante come pilone sinistro e Pan come tallonatore, arriviamo ora al dubbio sul pilone destro. Anche in questo caso abbiamo bisogno di qualcuno di estremamente forte, votato allo sforzo, alla fatica... anzi, alle fatiche: facciamo dodici e non se ne parla più.<br />
<br />
Ebbene, ma maglia numero 3 la facciamo finire sulla spalle di <b>Ercole</b>.<br />
<br />
Ercole, che per un certo momento ha anche dovuto sostituire il suo pilone sinistro, Atlante, dopo averlo mandato a completare una delle dodici fatiche, quella di raccogliere le mele d'oro del giardini delle Esperidi.<br />
<br />
Con Ercole abbiamo dunque la <b>prima linea al completo</b>, e già la nostra squadra comincia a prendere forma. È ora di passare alle seconde, ma per questo vi rimando ai prossimi post.<br />
<br />
Nel frattempo non dimenticate di tenere d'occhio <a href="http://yugoland.blogspot.it/p/presentazioni.html" target="_blank">la pagina delle presentazioni</a>. Domani ad esempio appuntamento per il terzo tempo alla <a href="http://www.meladinewton.it/2013/04/02/presentazione-rugbyland-ven-504/" target="_blank">Mela di Newton di Padova</a>, con Giorgio Gobbo della <a href="http://www.piccolabottegabaltazar.it/" target="_blank">Piccola Bottega Baltazar</a>, che sul rugby ha pure scritto una canzone. Quale? Per ora la potete scoprire nel libro... </div>
Andrea Ragonahttp://www.blogger.com/profile/11016277834044215605noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8724831357052734750.post-38161671524748832102013-03-29T06:06:00.001-07:002013-03-29T06:06:40.868-07:00"Crouch, touch, set", via alle presentazioni<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://4.bp.blogspot.com/-LpBV54gHzUQ/UVWQtb_dBCI/AAAAAAAAGEQ/joA1vnQNl_4/s1600/post+presentazioni.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="300" src="http://4.bp.blogspot.com/-LpBV54gHzUQ/UVWQtb_dBCI/AAAAAAAAGEQ/joA1vnQNl_4/s320/post+presentazioni.jpg" width="245" /></a></div>
"Crouch, Touch, Set". Queste sono le indicazioni che dà un arbitro prima dell'ingaggio di una mischia chiusa.<br />
Un modo per dire: <b>via si parte</b>.<br />
E anche noi partiamo, con un <b>nuovo tour di presentazioni</b>.<br />
<br />
Primo appuntamento stasera alle 18, alla <b>Feltrinelli di Treviso</b>. La prossima settimana invece sarò alla <b>Mela di Newton di Padova</b>, con l'accompagnamento musicale di <b>Giorgio Gobbo</b>, rugbista e voce della <a href="http://www.piccolabottegabaltazar.it/" target="_blank">Piccola Bottega Baltazar</a>.<br />
<br />
E poi? Scopritelo nella <a href="http://yugoland.blogspot.it/p/presentazioni.html" target="_blank">nuova sezione del blog dedicata alle presentazioni</a>, che vi consiglio di consultare assiduamente perché <b>tante altre date</b> sono in procinto di arrivare.<br />
<br />
Apro anche una piccola parentesi per <b>Yugoland</b>. Il libro, ormai esaurito nelle librerie, è <a href="http://bit.ly/ZCwrE1" target="_blank">di nuovo disponibile nello store online BeccoGiallo</a>, ma le copie a disposizione sono poche. Sapete già cosa fare... </div>
Andrea Ragonahttp://www.blogger.com/profile/11016277834044215605noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8724831357052734750.post-17368746583788584412013-03-22T03:03:00.002-07:002013-03-22T03:24:47.627-07:00Fra ieri, oggi e domani<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://4.bp.blogspot.com/-sKu3tQod8po/UUwrQdSNsWI/AAAAAAAAGB0/MrSUiExCqrg/s1600/ragona+occupato.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="http://4.bp.blogspot.com/-sKu3tQod8po/UUwrQdSNsWI/AAAAAAAAGB0/MrSUiExCqrg/s320/ragona+occupato.jpg" width="320" /></a></div>
Ieri ho avuto un'ormai rara esperienza giovanil-giovanilistica. Sono stato invitato a <a href="http://www.deejay.it/dj/tv/occupydeejay" target="_blank">Occupy Deejay</a>, trasmissione che va in onda su Deejay Tv, la televisione di <b>Radio Deejay</b>. Un'esperienza nuova e molto positiva, perché mi ha dato la possibilità di <b>parlare di rugby in un contesto non usuale</b> per la palla ovale, e raccontare ai ragazzi in cosa questo sport si differenzia dagli altri.<br />
<br />
Ammetto che <b>non sapevo bene come vestirmi</b>, così alla fine qualcuno mi ha dato del quarantenne (come da testimonianza a lato)... ma sono cose che si possono sopportare.<br />
<br />
Oggi invece sarò in un luogo più classico per presentare un libro: <b>la Feltrinelli di Padova</b> (Via San Francesco 7). La presentazione è fissata alle 18 e si concluderà con un bicchiere di prosecco. Domani invece un'altra presentazione, sempre a Padova, alle 11:30 nella mitica <b>osteria L'Anfora</b> di via dei Soncin. Anche in questo caso è probabile, per usare un eufemismo, che la presentazione si concluda all'insegna del prosecco...<br />
<br />
Ah, perdo solo un minuto per un flash sullo sport balcanico (no, <b>non mi sono scordato di Yugoland</b>): oggi alle 18:00 <b>per la prima volta dopo la guerra Croazia e Serbia si incontrano in un match ufficiale</b>, in questo caso valido per le qualificazioni ai Mondiali di Brasile 2014. A quell'ora starò presentando Rugbyland alla Feltrinelli, ma appena finito andrò sicuramente a sbirciare il risultato. </div>
Andrea Ragonahttp://www.blogger.com/profile/11016277834044215605noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8724831357052734750.post-90033966826086411772013-03-19T06:30:00.002-07:002013-03-19T06:41:58.790-07:00Il 6 nazioni e quel peso da togliersi di dosso<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://1.bp.blogspot.com/-aR0M1TK3D1o/UUhnnPtPFvI/AAAAAAAAGBg/ZpJ8WfD3MR0/s1600/locicero.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="229" src="http://1.bp.blogspot.com/-aR0M1TK3D1o/UUhnnPtPFvI/AAAAAAAAGBg/ZpJ8WfD3MR0/s320/locicero.jpg" width="315" /></a></div>
Della esaltante <b>vittoria azzurra sull'Irlanda</b>, che ha concluso nel migliore dei modi questo <b>6 Nazioni</b> in molti, ben più competenti di me, hanno già scritto. Del fatto che nel corso del torneo si siano visti degli oggettivi miglioramenti anche. Non mi soffermo quindi su questi aspetti.<br />
<br />
Mi limito invece a due brevi considerazioni che mi sono state ispirate dall'atmosfera che ho respirato <b>sabato allo stadio</b>.<br />
<br />
La prima: <b>tanta, tanta gente</b>. E sugli spalti si capiva benissimo che molte di queste persone si erano appena avvicinate al mondo del rugby: spesso chiedevano cosa stava succedendo, non capivano alcune decisioni arbitrali. Bene, molto bene, significa che <b>il pubblico sta aumentando</b> (forse qualche fischio e qualche buuuh di troppo ci sono stati, ma forse questo è fisiologico).<br />
<br />
Seconda considerazione: per quelli che invece il rugby lo frequentano da un po', e mi ci metto in mezzo, <b>questa partita era decisiva</b>. Doveva essere un punto di svolta fra le onorevoli sconfitte e le giuste (talvolta anche troppo modeste) vittorie, e per fortuna è andata bene. In molti dopo la partita, più che festeggiare come contro la Francia, se ne sono andati via sereni e pacati. Come se ci fossero tolti un peso di dosso, finalmente.<br />
<br />
La grande certezza comunque è che sia per i novizi che per i più esperti, la giornata di sabato è stata un'altra grande festa.</div>
Andrea Ragonahttp://www.blogger.com/profile/11016277834044215605noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8724831357052734750.post-8652604150060455612013-03-15T03:15:00.001-07:002013-03-15T03:15:27.122-07:00Il booktrailer di Rugbyland<iframe width="570" height="321" src="http://www.youtube.com/embed/JLU7KnhsDFI" frameborder="0" allowfullscreen></iframe>Andrea Ragonahttp://www.blogger.com/profile/11016277834044215605noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8724831357052734750.post-44512615205593922122013-03-14T10:06:00.000-07:002013-03-14T10:06:16.604-07:00Habemus Rugbyland, il mio viaggio nell’Italia del rugby!<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://4.bp.blogspot.com/-NkMW0fRKpBg/UUIBbK-bADI/AAAAAAAAGBI/JoD0JryscS4/s1600/sky+libro+post.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="150" src="http://4.bp.blogspot.com/-NkMW0fRKpBg/UUIBbK-bADI/AAAAAAAAGBI/JoD0JryscS4/s320/sky+libro+post.jpg" width="320" /></a></div>
Stamattina ero a <b>Sky Sport 24</b> per una chiacchierata con <b>Francesco Pierantozzi</b> sul rugby e sul libro, che <b>esce proprio oggi in libreria</b>. Chiacchierata che è proseguita anche nel fuori-onda, con un piacevole scambio di vedute sul futuro del rugby italiano e sui tanti giovani che si appassionano alla palla ovale.<br />
Uscito dagli studi milanesi di Sky per raggiungere la stazione mi sono fermato per una tappa rigeneratrice al bar. Obiettivo: sciogliere la tensione televisiva con una bella birra fresca!<br />
<br />
Purtroppo l’accoglienza non è stata quella tipica dei <b>terzi tempi rugbistici</b>: alcolici vietati in diverse zone di Milano a causa della partita (di calcio) di stasera, che mi dicono essere Inter VS Tottenham.
Non c’è che dire, ragazzi. <b>Tra calcio e rugby le differenze non si fermano alla forma della palla...</b><br />
<br />
Tornando per un attimo a <b>Rugbyland</b>, ho pensato a un piccolo regalo per i lettori nel giorno del lancio: <a href="http://bit.ly/YtSOIa" target="_blank">le regole del gioco</a> scritte da <b>Edoardo Gori</b>, in un comodo pdf da scaricare e tenere sempre a portata di click.
<br />
<br />
Perché se è vero che ci sono giocatori che non conoscono tutte le regole (e secondo alcuni è anche per questo che nessuno si
lamenta mai con l’arbitro) è anche vero che <b>le basi del rugby sono molto semplici</b> - Gori le sintetizza in 10 punti - e val la pena di conoscerle per godersi meglio le partite, tipo quella di <b>sabato contro l'Irlanda</b>.<br />
<br />
Si parte anche con le <b>presentazioni</b>: a breve le news a
riguardo. Per i più pigri, <a href="http://bit.ly/X3eXDe" target="_blank">il libro è disponibile anche online</a> a un prezzo che più scontato non si può.Andrea Ragonahttp://www.blogger.com/profile/16775835097020923918noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-8724831357052734750.post-13561053697570721622013-03-11T08:55:00.000-07:002013-03-11T08:55:24.133-07:00Il tallonatore<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://2.bp.blogspot.com/-0cTeWhHQNs4/UT39ciTrCQI/AAAAAAAAF74/CZgtYxnrLfY/s1600/tallonatore.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="221" src="http://2.bp.blogspot.com/-0cTeWhHQNs4/UT39ciTrCQI/AAAAAAAAF74/CZgtYxnrLfY/s320/tallonatore.JPG" width="320" /></a></div>
Arriviamo alla spiegazione del ruolo del tallonatore, nel nostro <b>paragone fra miti greci e ruoli del rugby</b>. Se, come dicevamo, <a href="http://yugoland.blogspot.it/2013/02/il-pilone-perfetto-atlante.html">il pilone sinistro è Atlante</a>, chi potrebbe essere il tallonatore ideale?<br />
<br />
Le principali caratteristiche del tallonatore, che indossa la <b>maglia numero 2</b>, devono essere queste: una buona capacità di spinta con le gambe (è pur sempre una <b>prima linea</b>!) e delle mani piuttosto sensibili (perché sarà lui a lanciare le touche). Chi, nell'antica Grecia, aveva queste due caratteristiche? Semplice: <b>il Dio Pan</b>! Con quelle nerborute gambette da capra Pana è perfetto per <b>spingere in ruck e tallonare il pallone</b> in mischia chiusa. E grazie alle sue mani, capaci di suonare con delizia il suo flauto, ci sono buone probabilità che possa lanciare ottime <b>rimesse laterali</b>.<br />
<br />
Trovato il tallonatore, ora, per completare la prima linea, ci manca solo il <b>pilone destro</b>. </div>
Andrea Ragonahttp://www.blogger.com/profile/11016277834044215605noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-8724831357052734750.post-52440689735857173082013-03-08T08:25:00.000-08:002013-03-08T08:25:40.251-08:00Le Donne di Rugbyland<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://3.bp.blogspot.com/-v9ctVK4u1AE/UToQig2lX5I/AAAAAAAAF7o/_Kyu3zqUenk/s1600/BLOG+COPERTINA.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="http://3.bp.blogspot.com/-v9ctVK4u1AE/UToQig2lX5I/AAAAAAAAF7o/_Kyu3zqUenk/s320/BLOG+COPERTINA.jpg" width="233" /></a></div>
<i>“Il rugby non è uno sport, è un gioco. Altrimenti io non lo farei fare ai miei figli. È un gioco di libertà. Perché correre in un prato con la palla in mano è sentirsi liberi. Avete mai provato? Liberi all’interno delle regole. E io penso che questa, alla fine, possa essere l’ambizione di tutti.” </i><br />
<b><br /></b>
<b>Maria Cristina Tonna </b><br />
<b>responsabile della Nazionale italiana di rugby femminile</b><br />
<br />
Se lo dice Maria Cristina - non so voi - io ci credo. E questa è la citazione che si è guadagnata la quarta di copertina di <a href="http://www.beccogiallo.org/shop/93-rugbyland-viaggio-nell-italia-del-rugby.html" target="_blank">RUGBYLAND</a>, la mia guida "spirituale" alle città del rugby, fatta come al solito di foto, disegni, fumetti (di Gabriele Gamberini, come sempre), interviste e testimonianze raccolte in tutta Italia.<br />
<b>Il libro è disponibile online da oggi (ed è pure scontato), mentre nelle librerie arriva il 14 marzo</b>. Ah, la prefazione è di <b>Claudio Bisio</b>, giusto per completare il manipolo di asini coraggiosi che hanno spinto in questa ultima mischia, e ci sono pure le regole del gioco spiegate a tutti da <b>Edoardo Ugo Gori</b>.<br />
<br />
Nel frattempo ci gustiamo <b>la partita del 6 Nazioni contro l’Inghilterra</b>, sulla quale prometto commenti lucidi più o meno a caldo.Andrea Ragonahttp://www.blogger.com/profile/11016277834044215605noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8724831357052734750.post-67600037029376871702013-02-14T05:24:00.001-08:002013-02-14T05:24:54.308-08:006 nazioni femminile - Di sport, cittadinanza e ius soli<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://3.bp.blogspot.com/-nOjea8bibaE/URzk4l5OA4I/AAAAAAAAF4Q/k2JViK5bMbk/s1600/rugbydonne.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://3.bp.blogspot.com/-nOjea8bibaE/URzk4l5OA4I/AAAAAAAAF4Q/k2JViK5bMbk/s1600/rugbydonne.jpg" /></a></div>
Forse non tutti sanno che esiste un <b>6 nazioni femminile</b>. E che quest'anno le ragazze della nazionale di rugby si stanno comportando alla grande: hanno vinto due partite su due e attendono la sfida in casa col Galles per stupire ancora.<br />
<br />
Il Mattino di Padova riporta oggi<b> la storia di una di queste ragazze</b> che non può che far riflettere. Lei si chiama <b>Cristina Molic</b>. È moldava, ma gioca per la nazionale italiana. Nonno italiano direte voi. No. E allora si è sposata un italiano o e qui da abbastanza tempo da aver ricevuto la cittadinanza italiana. No. O meglio, sì. Cristina vive in Italia da quando era bambina, ma <b>la burocrazia italiana tarda a giungerle in sostegno</b>.<br />
<br />
Cristina <b>è ancora cittadina moldava, ma gioca nella nazionale italiana</b>. Come è possibile? Facile: nel rugby è possibile eleggere la propria <b>formazione rugbistica</b>, e siccome Cristina ha giocato a rugby solo in Italia, qui lo ha scoperto, e qui lo gioca tuttora, ha potuto <b>optare per la nazionale azzurra</b>.<br />
<br />
Per ora difende i colori della nazionale in campo, in attesa che anche fuori dal campo <b>qualcuno trasformi l'Italia in un paese moderno</b>, permettendole di dirsi italiana.</div>
Andrea Ragonahttp://www.blogger.com/profile/11016277834044215605noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8724831357052734750.post-73526771077960060592013-02-08T03:48:00.000-08:002013-02-08T03:48:50.665-08:00Il pilone perfetto? Atlante!<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://3.bp.blogspot.com/-YPlNScf9Hg0/URTlQhIXQNI/AAAAAAAAFtw/23cpbB0cK3k/s1600/atlante250.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://3.bp.blogspot.com/-YPlNScf9Hg0/URTlQhIXQNI/AAAAAAAAFtw/23cpbB0cK3k/s1600/atlante250.jpg" /></a></div>
In attesa di <a href="http://main.beccogiallo.net/rugbyland/" target="_blank">Rugbyland</a>, che uscirà a marzo, eccovi la spiegazione dei <b>ruoli del rugby</b> che vi avevo promesso. L'ho pensata in una forma un po' particolare: attraverso i miti greci!<br />
<br />
Partiamo con il primo ruolo, numero 1, il <b>Pilone sinistro. </b>Chi verrà convocato?<br />
<br />
In
una squadra di rugby ideale <b>Atlante</b>, il titano costretto da Zeus a
sostenere sulle proprie spalle la Terra, sarebbe senza dubbio un ottimo pilone. Per sostenere il mondo come fa Atlante, bisogna avere una<b> forza enorme e un
incredibile senso di sacrificio</b>. Il pilone, che grazie alle sue spalle e
alla forza del suo collo (la prima vertebra non a caso si chiama Atlante... ) è il
ruolo che più necessita di queste caratteristiche perché solo chi è
dotato di <b>forza sovrumana e abnegazione</b> può pensare di sorreggere il
peso di una mischia ordinata ed essere sempre presente a far valere i propri
chili nelle <b>ruck</b>.<br />
<br />
Omero parla di Atlante come del "pilastro del cielo". Noi preferiamo chiamarlo <b>il pilone del cielo</b>. E visto che il cielo è
azzurro come non ringraziare il pilone azzurro, il Barone <b>Andrea Lo
Cicero</b>, che domani in Scozia vestirà per le centesima volta la maglia
azzurra?</div>
Andrea Ragonahttp://www.blogger.com/profile/11016277834044215605noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8724831357052734750.post-79542033244203627952013-02-04T11:29:00.002-08:002013-02-07T01:53:16.141-08:006 nazioni - "E i francesi che si incazzano..."<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="330" src="http://www.youtube.com/embed/i-AxnGxNnbY" width="570"></iframe>
<br />
<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<br />
Quando al 57esimo minuto l'Olimpico è esploso per <b>la meta di Martin Castrogiovanni</b> che ci aveva portato al pareggio io mi sono alzato in piedi. In silenzio. Ero con tre amici. Due si sono abbracciati fra di loro, l'altro ha abbracciato me, voltando le spalle al campo. Ha urlato, travolto dall'entusiasmo, poi quando ha visto la mia faccia cupa, improvvisamente si è rattristito. È un nuovo adepto della religione ovale e spesso gli sfuggono delle regole. Così, intimorito dalla mia faccia, mi ha chiesto "Non è metà?" "No, Guido, tranquillo. È meta. È che <b>io non ci credo</b>."<br />
<br />
Non è che non volevo esultare. Ma stavo cercando di stare calmo. Perché gli ultimi dieci minuti sono stati da svenimento. Per carità, Guido è rianimatore, ma era meglio rimanere coscienti e godersi quei momenti.<br />
Infatti <b>alla fine la gioia però è esplosa</b>, con tutti la gente che si abbracciava, pur non conoscendosi.<br />
<br />
Questa vittoria da respiro al rugby italiano e nelle prossime ore <b>nuovi fan si avvicineranno probabilmente alla palla ovale</b>. Come dare loro il benvenuto? Semplice, spiegando questo magnifico gioco. Nei prossimi giorni pubblicherò dei post per i nuovi tifosi in cui <b>cercherò di spiegare in maniera simpatica i compiti dei diversi ruoli</b>...<br />
<br />
Come lo farò? Paragonandoli a degli <b>esseri leggendari</b> che tutti conoscono in modo da rendere più simpatico il tutto.<br />
<br />
A presto per capire di chi parlo...<br />
Stay tuned!</div>
Andrea Ragonahttp://www.blogger.com/profile/11016277834044215605noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8724831357052734750.post-51581253116371632862013-01-30T06:25:00.001-08:002013-02-04T11:33:57.754-08:00Il rugby e la questione irlandese<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="330" src="http://www.youtube.com/embed/tkqIc8H9KNk" width="570"></iframe>
<br />
<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<br />
<a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Bloody_Sunday_(1972)">Era il 30 gennaio 1972</a> quando a Derry, in Irlanda del nord<b> i paracadutisti inglesi spararono su una folla inerme</b> che stava protestando per i diritti civili uccidendo 14 persone e ferendone altre 12. Il vergognoso atto dell'esercito inglese venne reso celebre dagli <b>U2</b>, che raccontano i terribili fatti di quella giornata nella loro famosa Canzone <a href="http://www.youtube.com/watch?v=DrsuRI9UEWc">Bloody Sunday</a>.<br />
<br />
I disordini che colpirono l'Irlanda nelle settimane seguenti ebbero ovviamente strascichi anche sullo sport e in particolare sul rugby. <b>L'allora Torneo delle 5 Nazioni non venne concluso</b> perché Galles e Scozia si rifiutarono di giocare nel clima di tensione che regnava a Dublino in quei mesi. Fu così che il torneo del 1972 non venne completato: si tratta dell'unico caso a partire dal 1947 ad oggi.<br />
<br />
Fu così che la seconda Bloody Sunday andò a incrociarsi con un evento sportivo. Seconda perché nella questione irlandese <b>esiste un'altra Bloody Sunday, meno nota, risalente al 1920</b>, in cui sport e politica si intrecciano ancora di più. Era infatti il <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Bloody_Sunday_(1920)">21 novembre 1920</a> quando l'esercito inglese fece irruzione nello stadio Croke Park di Dublino mentre si stava svolgendo una partita di calcio gaelico e uccise, sempre sparando sulla folla, 12 persone (più due uccise dalla calca delle persone in fuga) per rappresaglia dell'uccisione di 19 agenti segreti inglesi.<br />
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<b>Gli inglesi profanarono così anche simbolicamente Croke Park</b>, che essendo uno stadio pensato per gli sport di origine irlandese era interdetto agli sport britannici come il calcio e il rugby.<br />
Fu solo nel 2007 che per la prima volta uno sport di origine inglese venne giocato a Croke park. Si trattava di una partita di rugby del 6 Nazioni: in quel momento la casa del rugby irlandese, Lansdowne Road era in ristrutturazione (dopo la quale perse il suo antico nome prendendo quello sponsor e divenne l'Aviva Stadium) e <b>la federazione di sport gaelici acconsentì a questo storico evento</b>.<br />
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Particolarmente significativa fu la partita fra Inghilterra e Irlanda, quando <b>tutto lo stadio cantò l'inno dell'Irlanda unita</b>. Perché nel rugby, Irlanda del Nord ed Eire giocano insieme. Ed hanno anche un loro inno, scritto appositamente nel 1995: <b>Ireland's Call</b>.</div>
Andrea Ragonahttp://www.blogger.com/profile/11016277834044215605noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8724831357052734750.post-9215885703923188642012-11-30T07:11:00.002-08:002012-11-30T07:39:19.766-08:00Solo da imparare<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
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<iframe allowfullscreen='allowfullscreen' webkitallowfullscreen='webkitallowfullscreen' mozallowfullscreen='mozallowfullscreen' width='320' height='266' src='https://www.youtube.com/embed/FIyptQnMb6Y?feature=player_embedded' frameborder='0'></iframe></div>
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<b>The spirit of rugby</b> è un premio che ogni anno l'<a href="http://it.irb.com/jwc/index.html" target="_blank">IRB</a>, la federazione mondiale del rugby assegna a chi è riuscito a interpretare al meglio i valori di questo sport. Nel 2009 il premio andò a <b>L'Aquila rugby</b>,<b> </b>per la tenacia con cui la squadra abruzzese aiutò la città colpita dal terremoto. Città che peraltro vanta una tradizione non indifferente: un capitolo di Rugbyland sarà dedicato al mio incontro con le vecchie glorie dell'Aquila, che fra gli anni '70 e '80 dominarono il campionato italiano.<br />
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Tornando al premio, la notizia è che federazione quest'anno ha deciso di assegnarlo <b>a una donna.</b> Il suo nome è <b>Lindsay Hilton</b>. Ed è nata senza gambe né braccia. Ma per le compagne è solo il mediano di mischia.</div>
Andrea Ragonahttp://www.blogger.com/profile/11016277834044215605noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-8724831357052734750.post-51116669260586173432012-11-16T08:36:00.000-08:002012-11-16T09:08:15.525-08:00Un nuovo viaggio... dentro la palla ovale!Domani <b>l'Italia del rugby</b> affronterà, in uno stadio Olimpico tutto esaurito, gli <b>All Blacks</b>, i maestri di questo sport. Uno sport ricco di valori, che ancora oggi è preso come esempio di correttezza, di lealtà, di unione.<br />
Uno sport che può essere preso come <b>modello educativo per i più giovani</b>, ma non solo. Uno sport che però, a parte alcune storiche roccaforti, non è esploso in Italia come meriterebbe.<br />
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Se la Nazionale è arrivata alla ribalta delle cronache, <b>è ancora sconosciuto invece tutto il sottobosco</b>, tutti quei campi di provincia dove fra fango, freddo, nebbia (e tante botte) scorre la linfa vitale del rugby italiano.<br />
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Dopo <a href="http://www.beccogiallo.org/shop/edizioni-beccogiallo/77-yugoland-in-viaggio-per-i-balcani.html" target="_blank">Yugoland</a>, viaggio alla scoperta dei Balcani, <b>con BeccoGiallo ci siamo detti "Perchè non un altro viaggio</b>, per scoprire questo affascinante sport?"<br />
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Sta così nascendo "<b>Rugbyland, viaggio per l'Italia del rugby</b>". Un percorso che vuole scoprire chi in passato ha reso celebre questo sport e chi oggi ne difende i valori.<br />
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<b>Rugbyland</b>, esattamente come <b>Yugoland</b>, è un viaggio, attraverso <b>le città e i paesi dove questo sport è cresciuto</b>, condito con interviste dei protagonisti del rugby italiano e gli immancabili fumetti di Gabriele Gamberini.<br />
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Vista l'occasione vi sveliamo le prime tavole in anteprima. Vi siete mai chiesti come il rugby sia arrivato in Italia?<br />
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<a href="http://1.bp.blogspot.com/-T_OmotRsSNw/UKZy2MRzQBI/AAAAAAAAFAk/NEnCQPVflIc/s1600/post1_1.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://1.bp.blogspot.com/-T_OmotRsSNw/UKZy2MRzQBI/AAAAAAAAFAk/NEnCQPVflIc/s1600/post1_1.jpg" /></a></div>
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<a href="http://4.bp.blogspot.com/-c3xfpKtY1YI/UKZq62Q-71I/AAAAAAAAFAA/c8yIHOiy5Wo/s1600/post1_2.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://4.bp.blogspot.com/-c3xfpKtY1YI/UKZq62Q-71I/AAAAAAAAFAA/c8yIHOiy5Wo/s1600/post1_2.jpg" /></a></div>
<br />Andrea Ragonahttp://www.blogger.com/profile/11016277834044215605noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8724831357052734750.post-39731128347514935342012-11-15T02:23:00.001-08:002012-11-16T02:04:14.561-08:00Non lascio e raddoppio<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://3.bp.blogspot.com/-ySECHCRScsw/UKTxH4d9ZkI/AAAAAAAAE_c/jtKpLCNLkBM/s1600/post0.jpg" imageanchor="1" style="clear:left; float:left;margin-right:1em; margin-bottom:1em"><img border="0" height="189" width="250" src="http://3.bp.blogspot.com/-ySECHCRScsw/UKTxH4d9ZkI/AAAAAAAAE_c/jtKpLCNLkBM/s400/post0.jpg" /></a></div>Ultimamente ho aggiornato il blog un po' meno del solito. In parte è colpa delle non poche presentazioni di <a href="http://www.bookrepublic.it/book/9788897555452-yugoland-in-viaggio-per-i-balcani/" target="_blank">Yugoland</a>, che mi hanno portato un po' ovunque in giro per l'Italia (prossimo appuntamento: mercoledì 21, a Lodi, con Luka Zanoni, direttore dell'<a href="http://www.balcanicaucaso.org/" target="_blank">Osservatorio Balcani Caucaso</a>). La cosa è bella, naturalmente, perché <b>significa che il libro è piaciuto</b>. E poco male per il blog: per fortuna ci sono diverse persone sul web italiano che pubblicano con competenza <b>notizie relative ai Balcani</b>.<br><br>
Però mi dispiaceva concludere l'esperienza del blog, e quindi, anche se qui <b>si continuerà a parlare di ex Jugoslavia</b> e vi aggiornerò sulle mie future peregrinazioni balcaniche, Yugoland diventerà un blog un più personale, che tratterà argomenti diversi.<br><br>
Fra le varie cose - visto il successo di Yugoland! - lo userò come <b>foglio degli appunti a cielo aperto per il mio nuovo lavoro</b>, che ormai sto portando avanti con <a href="http://www.beccogiallo.it">BeccoGiallo</a> da un paio di mesi. Speriamo porti fortuna.<br><br>
P.S. Di cosa si tratta? <b>Pazientate ancora qualche ora</b> e lo scoprirete. Intanto, volete tirare a indovinare?Andrea Ragonahttp://www.blogger.com/profile/11016277834044215605noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8724831357052734750.post-62986181337356318052012-10-03T08:34:00.003-07:002012-10-03T08:34:56.996-07:00Bosniaci e Bosgnacchi<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
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<a href="http://2.bp.blogspot.com/-qJSSYcx6RBs/UGxanPMGG8I/AAAAAAAAEMs/pj6Tag7rmN8/s1600/bosniaerze1.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="200" src="http://2.bp.blogspot.com/-qJSSYcx6RBs/UGxanPMGG8I/AAAAAAAAEMs/pj6Tag7rmN8/s200/bosniaerze1.png" width="174" /></a></div>
Con colpevole ritardo torno a pubblicare dopo le <b>presentazioni</b> che in settembre mi hanno portato in giro per il nord Italia. E proprio da qui voglio partire. Mi sono infatti reso conto che spesso <b>do per scontate cose che per i non addetti ai lavori non lo sono</b>. Ho pensato che quindi è opportuno spiegare meglio alcune cose per rendere il mondo dei Balcani un po' più semplice da affrontare.<br />
Parto quindi da una delle cose più complicate... la <b>composizione etnica della Bosnia Erzegovina</b>.<br />
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Prima cosa da sapere:<b> la Bosnia è un paese abitato da diverse etnie, ma le principali sono tre</b>: i serbi, che dopo la guerra vivono principalmente nella <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Republika_Srpska">Republika Srpska </a>(entità serba della Bosnia Erzegovina), i croati, che stanno prevalentemente nella regione <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Erzegovina">dell'Erzegovina</a> e infine i <b>bosgnacchi</b>. Spesso chiamiamo erroneamente bosniaci i bosgnacchi, ma con bosniaci si intende tutta la popolazione della Bosnia Erzegovina, con bosgnacco la popolazione bosniaca di religione islamica. <b>I bosgnacchi quindi sono musulmani, ma non Musulmani</b>. Con la maiuscola infatti si intende la nazionalità Musulmana, nazione fondante la Repubblica federale Jugoslava. E qui si aprirebbe un altro capitolo. Perché essere di nazionalità Musulmana (con la maiuscola) era differente da essere di religione musulmana. <b>La nazionalità Musulmana era infatti stata creata e accettata da Tito fra gli anni '60 e '70</b> ed inserita nella costituzione jugoslava. Non era però riconosciuto il nome bosgnacco in quanto questo termine riconduce per forze a una caratteristica di tipo religioso.</div>
Andrea Ragonahttp://www.blogger.com/profile/11016277834044215605noreply@blogger.com6