lunedì 30 gennaio 2012

Dalla EX alla POST Jugoslavia

Ricordo che quando avevo una decina d'anni e stavo spensieratamente guardando qualche programma TV per bambini (penso si trattasse di Big!) in attesa dei cartoni animati, d'improvviso la conduttrice lesse una lettera di una bambina che viveva da qualche parte nell'ex Jugoslavia (nelle mia ricostruzione potrebbe essere l'Istria). La bambina spiegava a noi bambini italiani che per lei la guerra era qualcosa di lontano, che lei se ne andava tranquillamente tutti i giorni al mare, che la sua vita procedeva come se nulla fosse, e che tutte le scene di guerra dei telegiornali erano distanti da lei quanto da noi.

Forse fu quella la prima volta che mi venne voglia di scoprire l'ex Jugoslavia. Ma la vedevo ancora come qualcosa di arcaico, remoto: pensavo a Trieste come le colonne d'Ercole, m'immaginavo che da lì il treno dovesse per forza tornare indietro, perché oltre non c'era nulla. Poi, crescendo, ho imparato a leggere le cartine geografiche e, a sorpresa, capii quanto quei posti ci fossero vicini. Sono le guerre filtrate dalla TV, invece, a sembrarci sempre così distanti. Per questo ho cominciato a viaggiare su e giù per i balcani, per prendere le misure da solo, diciamo.

Dalle esperienze vissute in migliaia di kilometri percorsi nascerà anche un libro, che vuole presentare in maniera un po' diversa dal solito l'ex Jugoslavia, per invitare i giovani a scoprire meglio quelli che in fondo sono i nostri vicini di casa. Sarà una sorta di esperimento, che ha visto fra i complici amici di vecchia data (come Piero il rugbysta, prezioso alle foto) e nuovi arrivati (come Gabriele Gamberini, disegnatore emiliano che ha scelto di vivere a Sarajevo). Proveremo a tenere insieme storie e interviste raccolte sul campo, foto, disegni e fumetti. Il tutto in perfetto stile balcanico: un po' scanzonato, ma non troppo. Ah, il cappello con la stella rossa: l'ho comprato in una bancherella vicino a Medjugorje accanto ai santini della Madonna...