giovedì 9 aprile 2015

Ecoland, male che vada faccio il contadino

"Male che vada faccio il contadino..." Quante volte avete sentito dire questa frase? E quante volte invece l'avete detta? Sì, è una frase che tutti abbiamo detto almeno una volta, magari per provare a esorcizzare i rischi di una nuova avventura lavorativa. L'idea di diventare contadini era però vista come un piano B, come il tentativo di salvarsi da qualcosa di andato male.


Eppure negli ultimi anni mi sono accorto che il senso profondo di quella frase stava cambiando. Non era più uno slogan, ma c'era un esercito di giovani (non solo dal punto di vista anagrafico) che stava davvero facendo quella scelta. Non si limitava a dirlo, ma lo faceva. Magari chi in maniera più radicale e chi in maniera più soft, conquistandosi un piccolo orto urbano, ma il ritorno alla terra stava cessando di essere una scelta di necessità, per diventare una scelta di volontà.
E così mi sono messo nuovamente in viaggio per andare a scoprire le realtà che fanno del ritorno alla terra la loro essenza e del vivere in simbiosi con l'ambiente circostante un  obbligo quotidiano dal quale non ci si può esentare.


Ma Ecoland non è solo un libro dove si raccontano esperienze di queste tipo (alcune davvero coraggiose e innovative) ma attraverso una serie di incontri e interviste è un tentativo di ragionare sui limiti delle risorse e dei paradossi del mondo finanziario, che attraverso un sottile filo sono fra loro legati.
Il tutto ovviamente corredato dai disegni di Gabriele Gamberini e da numerose foto sparse per i dieci capitoli. Inoltre al termine di ogni capitolo, due tavole di fumetti sono dedicate alla reinterpretazione in chiave ecologista di Uccellacci e Uccellini il film di Pasolini con protagonisti Totò e Ninetto Davoli.


Al termine del libro è presente un'intervista approfondimento al giornalista di Altraeconomia Luca Martinelli. Mentre il via alle danze è dato da Erriquez della Bandabardò che mi ha donato una bellissima e onirica introduzione.