giovedì 2 agosto 2012

Vado a Yugoland


No, non è uno scherzo: Yugoland esiste davvero. È un parco di divertimenti (anche se sarebbe meglio chiamarlo una "Jugoslavia in miniatura") che sta nel nord della Serbia, vicino a Subotica. Il portale Balkan Insight ci racconta che il Yugoland è in procinto di chiudere per via dei debiti accumulati dal suo proprietario. Insomma, se non avete programmato nulla per questa estate, perché non fare un salto a scoprire questo luogo prima che la jugonostalgia arruoli fra i suoi miti anche il parco Yugoland. Potreste cogliere l'occasione di visitare i monasteri di Fruska Gora, oppure, allungando un po', di sconfinare in Ungheria per ammirare il lago Balaton.

Per quanto mi riguarda anch'io sto partendo alla volta dei Balcani non jugoslavi... latiterò quindi un po' dal blog, ma mi farò perdonare al ritorno con un bel resoconto. Nel frattempo, se proprio non potete resistere, probabilmente mi lascerò andare a qualche anticipazione su Twitter

venerdì 27 luglio 2012

Breve introduzione allo scartamento bosniaco

Capita che ogni tanto qualche lettore mi scriva. La cosa mi fa un enorme piacere: oltre al confronto su questo o quell'aspetto del libro, la cosa più interessante è capire in che modo queste persone siano legate all'ex-Jugoslavia.

Che ci siano di mezzo parenti, amici, semplice e istintiva curiosità o interessi veramente specifici, le storie che mi vengono raccontate riescono sempre a colpirmi. Non ho parlato di "interessi specifici" per caso. Ho deciso infatti, in accordo con il mittente, di pubblicare un brano di una di queste mail. Davide mi parla del libro, certo, ma nel farlo mi svela anche una sua grande passione, e mi racconta cose che non sapevo, e che mi incuriosiscono, sulle ferrovie jugoslave:

[...] chi vi scrive, è stato sempre un grande appassionato di Jugoslavia; ho infatti condiviso con emozione quasi ogni riga delle vostre interviste e dei vostri resoconti che mi hanno fatto ripensare ai miei innumerevoli viaggi in queste terre che ho fatto e che spero di fare ancora. Essendo appassionato di ferrovie balcaniche volevo però farvi notare alcune cose nella speranza che possano essere corrette o aggiunte in eventuali altre ristampe del libro, oppure che siano da stimolo per osservare altri "jugo - elementi" durante le vostre prossime peregrinazioni.
A pag. 188 citate la vostra visita a Mokra Gora e dedicate due righe alla "...piccola ferrovia che passa di qui". Ebbene mi sa che in quella località avete "bucato" l'attrazione più importante e cioè non il finto "etnoparco" di Kusturica ma proprio la ferrovia stessa. I turisti stranieri ci sono, eccome, e vengono ogni anno a migliaia da mezzo mondo ma a visitare proprio la ferrovia! Quest'ultima non era una linea di importanza locale ma l'importantissima Belgrado - Sarajevo: costruita a scartamento ridotto di 760mm (conosciuto proprio come scartamento bosniaco!), per superare le montagne della zona venne realizzato un percorso molto ardito e complesso (il famoso 8 di Šargan). La linea in questione faceva parte di una fitta rete ferroviaria di circa 2000 km costruita in gran parte dall'Impero Austro-Ungarico e completata poi dal Regno e Repubblica di Jugoslavia che permetteva di viaggiare in treno senza cambi o interruzioni da Belgrado fino a Sarajevo per poi proseguire (lungo la valle della Neretva) verso la costa in direzione di Dubrovnik e Kotor. A proposito di Neretva, dovete sapere che proprio lungo questa valle il binario scendeva con un percorso mozzafiato oggi in parte sommerso dai bacini idroelettrici. Raramente ma periodicamente in seguito all'abbassamento delle acque per lavori di manutenzione ponti e gallerie riappaiono come spettri dal passato... Dopo la chiusura degli anni '70 la tratta di Mokra Gora è stata riaperta come ferrovia turistica per ricordare questa meravigliosa rete ferroviaria totalmente smantellata e gli uomini che vi hanno lavorato spesso in condizioni difficilissime. Ultimamente il binario è stato riportato fino a Višegrad ri-collegando la Bosnia con la Serbia. Aggiungo senza esagerare che la scomparsa della rete ferroviaria a scartamento ridotto in Jugoslavia tra la fine degli anni'60 e la seconda metà dei '70 rappresentò un colpo per le zone di Bosnia, Serbia e Croazia attraversate da questi binari. Le JŽ (Jugoslovenske Železnice) erano un'istituzione, la loro assenza in queste zone impoverì i territori una volta attraversati e contribuirono, nel loro piccolo, al disfacimento dell'unità nazionale in queste tormentate zone.
A pag 212 segnalo poi un errore: la ferrovia Parenzana da Trieste a Parenzo (sempre a scartamento ridotto bosniaco!) non attraversava la Val Rosandra. Quest'ultima spettacolare ferrovia (avete pubblicato una foto di una sua galleria nelle pagine 84-85) era a scartamento ordinario e collegava Trieste con Erpelle (oggi in Slovenia). Si trattava di due linee completamente diverse! Oggi sono entrambe piste ciclabili. Per sapere molto di più della storia della Bosnia - Erzegovina, attraverso le sue ferrovie, vi segnalo il bellissimo libro in lingua inglese dell'editore Stenvalls "The Narrow Gauge Railways of Bosnia - Hercegovina" di Keith Chester. Se poi passate per Trieste sarei lieto di farvi visitare il Museo Ferroviario di Trieste Campo Marzio, come detto attraverso la storia delle ferrovie è possibile capire meglio proprio un paese complesso come la Jugoslavia.

Ancora complimenti a tutti e cordiali saluti!
Davide Raseni


Non è finita qui, perché proseguendo la conversazione scopro ad esempio che...

Per la cronaca a Mokra Gora per costruire una galleria ferroviaria (poi franata) sembra siano morti, durante la Grande Guerra, un centinaio di prigionieri di guerra italiani, una notizia di cui non avevo mai sentito parlare...


Uno scambio prezioso, che non ho sentito di dover condividere. E nell'invitarvi a diventare parte della discussione utilizzando i commenti a questo post, non posso che ricordarvi anche che se avete qualcosa da raccontare sull'ex-Jugoslavia io sono qui. Sia privatamente che utilizzando, se vorrete, il blog come strumento per raggiungere più persone.

mercoledì 18 luglio 2012

Dopo il minitour...

Si è da poco concluso il mini tour di "Yugoland" nelle Marche e in Toscana, con le tappe di Perugia (Combo Art Café), Siena (Libreria LaZona) e Santa Croce sull'Arno, in provincia di Pisa (Libreria Colibrì).

Libreria Colibrì

Combo Art Cafè

Libreria LaZona
È stata una tre-giorni intensa, segnata dal gran caldo, da accoglienze entusiastiche (non ringrazierò mai abbastanza gli organizzatori per il loro calore e il loro interesse) e incontri professionali inattesi e interessanti, come quelli che mi hanno portato a un'infinita serie di interviste radiofoniche, spesso in situazioni a dir poco rocambolesche: come questa, ai margini di una superstrada trasformata in una discarica a cielo aperto...


Qui, invece, potete ascoltare forse l'intervista più significativa, quella con Federico Taddia a "L'altra Europa", programma molto seguito (e interessante in egual misura) di Radio24.

Io e Gabriele Gamberini (che per l'occasione ci ha regalato una splendida installazione semovibile della copertina del libro!) abbiamo potuto toccare con mano quanto l'interesse nei confronti dei Balcani sia ancora vivo e diffuso in tutta la penisola. Ma ci ha dato modo anche di confrontarci con persone che avevano già letto il libro, ed erano venute per discutere dal vivo su "tematiche balcaniche". Ne sono nati discorsi interessanti, sui contenuti del nostro lavoro e sullo strano mix di cui è composto. Forse è stata questa la cosa più piacevole: scoprire come l'esperimento di intersecare testo, fumetto, foto e disegni sia generalmente piaciuto parecchio.

E non è finita qui. A fine agosto, infatti, le presentazioni riprendono. Posso già anticiparvi una data a Fano il 31 agosto e una nel torinese il 14 settembre, oltre a un salto a Lodi in periodo da definire. Con la promessa, come al solito, di cercare di fornirvi tutti i dettagli per tempo.

mercoledì 11 luglio 2012

Il rischio di Srebrenica

Ogni anno in luglio sulle home page dei giornali e sulla bacheche di Facebook tutti si ricordano della Bosnia-Erzegovina e del drammatico eccidio di Srebrenica. Un doveroso esercizio di memoria: ricordare le migliaia di vittime innocenti massacrate nel luglio di 17 anni fa. Il più grave eccidio avvenuto su suolo europeo dopo la seconda guerra mondiale.

Ricordare: un gesto necessario. Ma che rischia di covare con sé dei rischi. La guerra in Jugoslavia è per l'Europa un grande rimosso. Parlare di Srebrenica non può diventare un modo di continuare a non parlare di tutto ciò che fu la guerra in ex Jugoslavia.

Troppo spesso infatti ci siano girati dall'altra parte. Lo abbiamo fatto a Vukovar. Durante l'operazione Tempesta. O con i Cancellati sloveni, che forse solo ora, dopo vent'anni, ottengono giustizia... Parlare di Srebrenica per non affrontare le proprie colpe non è un buon modo per evitare che in futuro riappaiano nuove Srebrenica.

martedì 26 giugno 2012

Tutto in 24 ore

Pausa di riflessione a Medjugorie.
Le date spesso sono simboliche. E per la storia della Jugoslavia lo sono ancora di più. È per questo che all'interno di "Yugoland, in viaggio per i Balcani" ho voluto intitolare il capitolo su Belgrado "Tutto in 24 ore". Fra le varie cose volevo evidenziare una certa simbologia nelle ricorrenze che hanno fatto nel bene e nel male la storia della Jugoslavia. Fra il 27 e il 28 giugno accadono infatti alcune cose che si trascinano dietro una inesauribile serie di conseguenze.

Il 27 giugno del 1991, ad esempio, è il giorno dell'inizio della guerra fra Serbia e Slovenia, ma è il 28 giugno il giorno cruciale. Tutto parte dal lontano 1389, quando l'esercito serbo venne sconfitto dall'esercito ottomano nella battaglia del Kosovo che permise ai turchi di conquistare i Balcani e amministrarli per ben cinque secoli. E siccome i serbi hanno vissuto questa battaglia non come una sconfitta, ma come un sacrificio, sono soliti celebrarla. Ed è proprio per questo motivo che il 28 giugno del 1914 Gavrilo Princip spara a Francesco Ferdinando. Doveva servire una data speciale come momento di riscatto. E la stessa cosa successe il 28 giugno del 1989, anche se con motivazioni politiche diverse, perché il nazionalismo come ideologia cambiò profondamente nel corso del '900. Fu il momento in cui Slobodan Milosevic divenne il leader del nazionalismo serbo. Era stato mandato in Kosovo per calmare la minoranza serba, in tensione con la popolazione albanese, proprio nel seicentesimo anniversario della battaglia del Kosovo. Suona quindi come una vendetta il fatto che Milosevic venga consegnato all'Onu il 28 giugno del 2001. Come a dire: chiudiamo i conti del passato?

Ma fine giugno è un periodo fitto di ricorrenze per la storia della Jugoslavia, non solo per quanto detto fin qui. Il 25 giugno del 1991, infatti, Croazia e Slovenia dichiarano la loro indipendenza. E il 25 giugno del 1981 in un paesino della Bosnia la Madonna apparve ad alcuni pastorelli. Quel paesino diventò famoso col passare del tempo: il suo nome era Medjugorie.

martedì 19 giugno 2012

Viaggio nella follia di Kusturica

Il ponte sulla Drina
È forse il bosniaco più famoso al mondo. Ma non dategli del bosniaco, perché ha scelto di naturalizzarsi serbo. Si chiama Emir Kusturica. Ma non chiamatelo Emir: ha deciso di battezzarsi con rito ortodosso e chiamarsi Nemanja, tradizionale nome serbo ortodosso.
Pare che ora Kusturica, di mestiere regista, ne abbia combinata un'altra delle sue. Non contento di suonare nella rock band No smoking Orkestra, sfruttando la sua fama da cineasta più che le sue doti musicali e cantando canzoni dedicate a Radovan Karadzic, uno dei principali responsabili dei crimini commessi durante la guerra in Bosnia, l'allegro cineasta sta pure riuscendo a distruggere pure il patrimonio artistico di quello che fu il suo ex Paese.

L'inneffabile Emir infatti, che ama indossare magliette di Che Guevara mentre inneggia all'estremismo nazionalista, si è messo in testa di girare un film tratto dal romanzo Il ponte sulla Drina del premio Nobel Ivo Andric.

Per costruire il set, l'impeccabile musicista ha deciso che valeva la pena prendere a prestito alcune pietre antiche di Trebinje (cittadina del sud della Bosnia Erzegovina) distruggendo così un'antica fortezza austriaca. E così, mentre Kusturica, in accordo col Presidente della Republika Srpska Milorad Dodik, portava i reperti sul set di Visegrad, serbi, croati e bosgnacchi si sono uniti contro questo sopruso senza alcuna distinzione etnica.

E dunque, mentre il nazionalismo di Kusturica cerca di dividere le popolazioni, le sue azioni poco ponderate uniscono le etnie.

Ah, c'è poi il film. Chissà come sarà. Chissà se nella sua follia Kusturica saprà trovare un filo di genialità, o, come dice Slavoj Zizek,continuerà a girare film sfruttando in maniera semplicista i luoghi comuni dei Balcani.

martedì 12 giugno 2012

Fra cascate di fiumi e cascate nei fiumi

Se avete voglia di visitare una Bosnia diversa di quella delle cartoline del ponte di Mostar e delle moschee di Sarajevo non posso che consigliarvi una gita a Bihac. Bihac è una cittadina che sta nella punta nord ovest della Bosnia. Non ha nulla di particolare se non fosse che si trova lunga il fiume Una. E che cos'ha il fiume Una di così particolare direte voi? la risposta è semplice: è un ottimo posto dove fare rafting. Cascate più o meno ripide si susseguono per chilometri e chilometri e a Bihac hanno capito come rendere fruttifero queste meraviglie della natura.

Dopo una gita in gommone dove sicuramente finirete nelle gelide acque del fiume Una, che scorre in un luogo magico, tutelato da due grandi montagne che le fanno da argini, per rilassarvi dopo la botta di adrenalina potete andare a visitare le vicine cascate di Martin Brod. Se riuscite andata alla ricerca di questa fantastica lavatrice ecologica: un anziano signore di Martin Brod la utilizza per lavare i propri panni e senza usare detersivo e elettricità... e i risultati sono perfetti!

martedì 5 giugno 2012

Giugno a... YUGOLAND (e Trieste)


Nonostante l'uscita ufficiale sia prevista per domani (segnalatemi pure eventuali problemi a reperirlo), il buon editore ha già reso disponibile il libro dal suo store online, e l'ha pure scontato del 25% per tutto il mese di giugno. Grazie editore.
Se invece siete di Trieste e dintorni vi aspetto venerdì dalle 18 alla libreria Lovat, per una classica presentazione condita come al solito da strane biciclette a emissioni zero, deviazioni sull'eno-gastronomia e quant'altro. La vicinanza con l'oggetto principale della discussione ci aiuterà senz'altro.

lunedì 4 giugno 2012

In Montenegro s'infiamma la protesta

La sua moneta è l'Euro, ma non fa parte dell'Unione Europea. Basti questo a descrivere quanto sia particolare la situazione politica del Montenegro. Separatosi dalla Serbia con un referendum nel 2006, il Montenegro è una piccola repubblica balcanica che conta meno di settecentomila abitanti. Le sue coste da sogno in questi anni non si sono limitate ad attrarre turisti, ma anche corruzione e denaro sporco. Ma in un momento particolarmente turbolento sembra che i cittadini montenegrini abbiano alzato la testa e si siano messi a combattere la corruzione. Candidato all'ingresso nell'Ue, la lotta alla corruzione è diventata ormai un necessità impellente per il Paese.

Proprio per questo i cittadini sono scesi nella capitale Podgorica per chiedere un cambiamento profondo del Paese. Protestano contro il primo ministro Igor Lukšić e il suo governo. Il volto della protesta è quello della giovane Vanja Ćalović, leader della ONG MANS, oggi fra i personaggi pubblici più amati del paese. Capeggia una protesta animata da associazioni, sindacati, studenti.

In un paese dove la speculazione edilizia la fa da padrona e dove l'attrazione di capitali esteri di dubbia provenienza sembra la norma, un risveglio della società civile non può che essere visto come una buona notizia.

Montenegro

venerdì 25 maggio 2012

La copertina di YUGOLAND!

Nel giorno in cui la Jugoslavia si ferma per festeggiare il compleanno di Tito (nato in realtà l'8 maggio, ma non sottilizziamo), a lavorare ci pensiamo noi. Ecco a voi la copertina un po' jugonostalgica ma non troppo di "YUGOLAND, in viaggio per i Balcani", il libro dedicato alle mie peregrinazioni, che "incidentalmente" dà anche il nome a questo blog. Che ve ne pare?


Lo troverete in libreria dal 6 giugno, un po' prima nello store dell'editore. Nel frattempo cercherò anche di segnalarvi tempestivamente presentazioni e ogni altra iniziativa (cene, bevute, concertini) legata al libro. Non mollatemi sul più bello!