martedì 16 aprile 2013
Una domenica a Viadana
“Era il 1970, e un gruppo di studenti universitari che aveva conosciuto il rugby nella città di Parma decise di fondare una squadra nel suo piccolo paese d'origine. Fu così che nacque il Viadana Rugby, coi primi allenamenti serali fra l'oratorio e la spiaggia lungo il Po."
Viadana, meno di ventimila abitanti provincia di Mantova. Adagiata sul Po, lombarda ma di profumo ancora emiliano, nel giro di qualche decennio è riuscita a raggiungere i vertici del rugby italiano ed europeo.
Oggi siamo nella Club House "Vent & Acqua" dello stadio Zaffanella a presentare Rugbyland in compagnia di Gabriele Gamberini (ai disegni) e di Giorgio Gobbo della Piccola Bottega Baltazar (alla voce e alla chitarra): durante la lavorazione del libro, parlando con Claudio, fondatore del gruppo dei tifosi dei Miclas e oggi responsabile commerciale della società, mi ero ingenuamente distratto perdendo gli agnoli in brodo della casa, e stavolta non ci posso cascare di nuovo: li ordino senza tentennamenti, dopo un assaggio di culatello niente male innaffiato col Labrusco rifementato in bottiglia come si faceva una volta, prodotto a due passi dalla stadio e caldamente consigliato dall'oste Manuel dopo un fitto conciliabolo con l'editore.
La presentazione del libro - un aperitivo con musica, proiezioni e disegno dal vivo - è stata divertente e abbiamo chiuso con un Ireland’s Call eseguito di petto, e ora ci sfamiamo in attesa del calcio d'inizio: Viadana Rugby-Cavalieri Prato, in una splendida cornice domenicale di sole.
Prima, però, chiedo la Sbrisolona con lo zabaione a parte. Che poi so che mi tocca spiegare dal vivo a Gabriele le regole del gioco, e ho bisogno di energie...
venerdì 12 aprile 2013
Una serata al Portico
di Gabriele Gamberini
Dopo due libri e parecchie presentazioni insieme finalmente Andrea concede anche a me un po’ di spazio nel suo blog!
Dopo due libri e parecchie presentazioni insieme finalmente Andrea concede anche a me un po’ di spazio nel suo blog!
L’occasione me la dà il bell’incontro di mercoledì sera al Portico di Dolo (VE), in cui abbiamo parlato naturalmente di Rugbyland. Forse sembra troppo facile in questi casi dire che è andato tutto bene e che l’atmosfera che si respirava in questo piccolo ma tenace pezzetto di Veneto è stata una ventata d’aria fresca, ma in questo caso è andata proprio così, e me ne sono accorto per due motivi.
Il primo è la quantità di copie del libro acquistate dopo la presentazione, e di conseguenza la quantità di disegni e dediche fatte, naturalmente con grande piacere. Segno che probabilmente siamo riusciti a lasciare qualcosa ai presenti, a convincerli a sfogliare il libro anche nel caso non fossero appassionati del gioco... un po' come me, che nei primi schizzi disegnavo Andrea con in mano un pallone da football americano! Tutta colpa della videocassetta di Lo chiamavano Bulldozer con Bud Spencer...
Il secondo indicatore positivo è stato il livello relativamente basso della mia sudorazione e dei crampi allo stomaco. Parlare davanti a una platea di solito mi mette terribilmente in crisi, ma in questo caso l’atmosfera informale e piacevole della serata mi ha messo subito a mio agio. Ho conosciuto persone simpatiche e piene di buona volontà, che stanno realizzando iniziative lodevoli con ottimi risultati insieme a persone con disturbi psichici di varia natura. Un po' come accade con la Mud Red Star di Milano, esperienza che prova a valorizzare il valore sociale e terapeutico del gioco del rugby che Andrea ha voluto raccontare nel libro e che io ho provato a disegnare.
Una cosa in particolare che ho notato, da ognuno di loro, è stata che nonostante il momento di difficoltà che anche loro stanno attraversando, in questi ragazzi (e non) l’atteggiamento predominante non è quello della critica, del rifiuto, del pessimismo più arrendevole. Ho trovato al contrario tanto entusiasmo e sanissimo ottimismo. Un atteggiamento molto in controtendenza, che spero proprio possa essere contagioso. Un po' come lo è stato per me, neofita della palla ovale.
giovedì 4 aprile 2013
Ruoli del rugby e miti greci: Ercole, il pilone destro
Continuiamo il nostro parallelo tra i ruoli del rugby e i miti greci. Dopo aver schierato Atlante come pilone sinistro e Pan come tallonatore, arriviamo ora al dubbio sul pilone destro. Anche in questo caso abbiamo bisogno di qualcuno di estremamente forte, votato allo sforzo, alla fatica... anzi, alle fatiche: facciamo dodici e non se ne parla più.
Ebbene, ma maglia numero 3 la facciamo finire sulla spalle di Ercole.
Ercole, che per un certo momento ha anche dovuto sostituire il suo pilone sinistro, Atlante, dopo averlo mandato a completare una delle dodici fatiche, quella di raccogliere le mele d'oro del giardini delle Esperidi.
Con Ercole abbiamo dunque la prima linea al completo, e già la nostra squadra comincia a prendere forma. È ora di passare alle seconde, ma per questo vi rimando ai prossimi post.
Nel frattempo non dimenticate di tenere d'occhio la pagina delle presentazioni. Domani ad esempio appuntamento per il terzo tempo alla Mela di Newton di Padova, con Giorgio Gobbo della Piccola Bottega Baltazar, che sul rugby ha pure scritto una canzone. Quale? Per ora la potete scoprire nel libro...
Ebbene, ma maglia numero 3 la facciamo finire sulla spalle di Ercole.
Ercole, che per un certo momento ha anche dovuto sostituire il suo pilone sinistro, Atlante, dopo averlo mandato a completare una delle dodici fatiche, quella di raccogliere le mele d'oro del giardini delle Esperidi.
Con Ercole abbiamo dunque la prima linea al completo, e già la nostra squadra comincia a prendere forma. È ora di passare alle seconde, ma per questo vi rimando ai prossimi post.
Nel frattempo non dimenticate di tenere d'occhio la pagina delle presentazioni. Domani ad esempio appuntamento per il terzo tempo alla Mela di Newton di Padova, con Giorgio Gobbo della Piccola Bottega Baltazar, che sul rugby ha pure scritto una canzone. Quale? Per ora la potete scoprire nel libro...
Iscriviti a:
Post (Atom)